Introduzione (Ragazzone Elisabetta)
Questo percorso didattico è stato realizzato con l'intento di
affrontare una questione di scottante attualità, quale quella relativa alle
mutilazioni genitali femminili (FGM), per mettere in luce un crimine contro i
diritti umani di proporzioni planetarie, di cui poco o nulla si sa e si vuole
sapere, ma che necessita di essere affrontato e risolto per porre fine a una
pratica che continua a uccidere, umiliare e menomare milioni di donne nel mondo.
Per questo motivo risulta fondamentale diffondere la conoscenza delle
mutilazioni genitali femminili, dei rischi e delle conseguenze fisiche e
psicologiche ad esse collegate, nonché preparare adeguatamente il personale
medico-infermieristico e gli operatori sanitari, che entreranno in contatto
diretto con le vittime di queste pratiche per aiutarle a superare i traumi e i
disagi psico-fisici inflitti loro. Si invita ad un'attenta lettura degli aspetti
trattati e in particolare delle modalità attuabili per arginare il problema.
Destinatari (Ragazzone Elisabetta)
I destinatari del percorso didattico sono:
_ in primo luogo il personale medico e infermieristico (dermo-venereologi,
ginecologi, ostetriche), e gli operatori sanitari che operano in strutture
create per affrontare i problemi legati alle FGM.
_ di conseguenza, le donne che sono state vittime di queste
pratiche.
Prerequisiti (Ragazzone Elisabetta)
Ai fini di comprendere la questione relativa alle FGM è
necessario che il personale medico-infermieristico e gli operatori sanitari
dispongano dei seguenti prerequisiti:
• conoscenza del valore
antropologico del corpo femminile e dei simboli ad esso connessi, all'interno
delle comunità in cui si praticano le FGM.
• conoscenza delle principali
caratteristiche relative alla condizione femminile nelle società in cui si
praticano le FGM.
• conoscenza dei valori che
stanno alla base del matrimonio nelle società in cui si praticano le FGM.
• consapevolezza dell'influsso
esercitato dalla religione sulla pratica delle FGM.
Obiettivi (Ragazzone Elisabetta)
La formazione del personale medico-infermieristico e degli
operatori sanitari mira al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
1) sul piano psicologico e socio-assistenziale:
• garantire assistenza sanitaria
alle donne che hanno subito mutilazioni genitali.
• sviluppare un dialogo
interculturale attraverso incontri periodici con le pazienti per affrontare le
problematiche ricorrenti e trovare soluzioni idonee ed accettabili.
• promuovere l'informazione
sulle mutilazioni genitali femminili attraverso la divulgazione di materiale
informativo per la prevenzione delle FGM.
• incoraggiare, sensibilizzare,
facilitare e partecipare alla ricerca sulle FGM.
• realizzare incontri periodici
con gli operatori per divulgare la conoscenza delle FGM e comprenderne le
radici, sviluppando varie metodologie di approccio.
• divulgare, tra la popolazione
immigrata, i rischi delle possibili complicanze delle FGM e delle possibilità
terapeutiche.
• informare le donne circa la
possibilità di evitare le atroci sofferenze dei primi rapporti sessuali
ricorrendo alla deinfibulazione.
• proteggere le giovanissime
mutilate nei genitali, dall'imprinting negativo operato dal messaggio
antiscientifico del danno irreversibile alla loro futura capacità di godere una
vita sessuale soddisfacente, che aggiunge alla mutilazione fisica una sorta di "infibulazione
mentale" a livello cognitivo, molto più difficile da curare rispetto alla lesione
biologica già sofferta.
2) sul piano ostetrico:
• rendere possibile le visite di
controllo durante tutto il periodo della gravidanza.
• facilitare e rendere possibile
l'espletamento del parto per via naturale.
3) sul piano ginecologico:
• rendere possibili la visita
ginecologica e l'esecuzione di esami strumentali (PAP test, isteroscopia,
ecografia transvaginale, revisione di cavità, ecc...).
• risolvere problematiche
ginecologiche (infezioni del tratto urogenitale, svuotamento di cisti da
ritenzione della cicatrice, ecc...).
• risolvere problematiche
psico-sessuali (penetrazione impossibile, dismenorrea, ecc...).
Modalità (Ragazzone Elisabetta)
Gli insegnanti svilupperanno l'argomento nei suoi vari
aspetti attraverso le seguenti modalità:
_ lezioni frontali interattive che - grazie all'uso del
brain storming - favoriscono l'interazione e il coinvolgimento diretto dei
destinatari del corso, permettendo la costruzione di un dialogo proficuo e
reciprocamente arricchente.
_ mappe concettuali che, attraverso un approccio di tipo
visivo, semplificano e schematizzano i contenuti nelle sue linee essenziali,
garantendo una rapida comprensione e assimilazione dei contenuti.
_ cooperative learning per esaminare testimonianze di
donne che hanno vissuto l'esperienza delle FGM ed elaborare ipotetici percorsi
di recupero psicologico e fisico.
Strumenti (Ragazzone Elisabetta)
_ testi di antropologia culturale e antropologia medica.
_ testi di ginecologia e ostetricia.
_ testi che raccolgono le testimonianze delle donne che hanno
subito la pratica della mutilazione genitale, in forma romanzata o di
intervista.
_ collegamenti a siti Internet che chiariscono la questione
relativa alle FGM e aiutano a memorizzare un considerevole numero di termini
grazie ai links presenti nel testo.
Autovalutazione (Ragazzone Elisabetta)
E' fondamentale che il personale medico-infermieristico e gli
operatori sanitari siano debitamente preparati e che acquisiscano le conoscenze
necessarie ad affrontare il problema delle FGM con le donne che ne sono state
vittima. Infatti, dopo aver seguito le lezioni previste, studiato il materiale
fornito e aver realizzato discussioni di gruppo, i destinatari del corso
dovranno porsi delle domande di autovalutazione per comprendere il proprio grado
di apprendimento e di preparazione.
Le domande sono le seguenti:
• Cosa sono le mutilazioni
genitali femminili (FGM)?
• Cenni storici sulle FGM e
ragioni a sostegno della pratica.
• Classifica e descrivi i vari
tipi di FGM.
• Qual è l'età in cui si
praticano le FGM? Chi le pratica?
• Quali convinzioni stanno alla
base di queste pratiche?
• Quali sono le conseguenze e le
complicanze delle FGM sul piano fisico e psicologico?
• E' possibile abbandonare una
pratica senza tradire una cultura?
Verifica (Varacalli Valentina)
Si propone lo svolgimento di una verifica che intende far
riflettere i destinatari del corso su alcuni casi di giovani donne che hanno
subito, accettato o richiesto la pratica dell'infibulazione; verranno illustrati
i seguenti casi:
1) Leila: sessantanove anni, orgogliosa della sua
infibulazione, subì la pratica quando era ancora una bambina attraverso il
taglio di una lametta e la cucitura con spine d'acacia.
2) Asha: musulmana di Mogadiscio, vive in Italia da molti
anni; purtroppo subì una mutilazione estesissima quando era bambina, di cui
ricorda un dolore molto intenso, ma anche sentimenti di gioia, felicità ed
orgoglio. Ora ne ha capito l'inutilità, ma non ancora l'orrore, nonostante
i rapporti sessuali con suo marito siano molto dolorosi.
3) Hannah: etiope trentaduenne. Non ha subito da bambina la
pratica della mutilazione, grazie al coraggio di sua madre che ha deciso di
lasciare intatte lei e la sorella, tuttavia viene lasciata dal fidanzato
connazionale perchè "non è stata chiusa". Da qui la decisione di Hannah di farsi
infibulare in Etiopia; fortunatamente, però, in Etiopia si rende conto
dell'inutilità della pratica e rinuncia alla mutilazione.
4) Nurta: ha cinquantasette anni, dice di essere ginecologa,
ma non lo è; ha lavorato come specialista nell'ospedale di Mogadiscio ed ha
praticato anche una sessantina di infibulazioni, di cui va molto fiera e di cui
sostiene che "sono una necessità sociale, anche perchè l'infibulazione permette
alle ragazze oneste di provare che esse erano vergini prima del matrimonio".
5) Zara: ragazza somala di ventinove anni viene fatta
infibulare dalla madre, con la quale poi non vorrà più avere legami.
6) Maka Hajiali: spiega di essere cresciuta nel rispetto
della propria tradizione e della propria cultura; è stata infibulata a sei anni
e ha vissuto quel momento con grande gioia ed entusiasmo, tuttavia ora si rende
conto che tale pratica è un atto di violenza e che è necessaria una costante e
progressiva informazione sul problema, in modo da cercare di sconfiggere, col
tempo, convinzioni secolari.
7) Fatuma: è una ragazza somala di ventun'anni, che ha subito
l'infibulazione in Somalia e che ora vive in Italia, dove ha conosciuto un
ragazzo, con cui si è fidanzata. Non vedeva l'ora di farsi riaprire in
modo da avere rapporti sessuali non dolorosi e per vivere una sessualità più
serena. Ora che questo è avvenuto, Fatuma è felice e si sente una donna vera e
libera di amare.
8) Dirye: è una donna di trent'anni che proviene dal Mali. Ha
subito l'infibulazione quando era ancora molto piccola e ora soffre di continue
vaginiti e ha problemi sessuali; ha deciso di farsi deinfibulare e dopo
l'operazione ha informato la sorella, che non ha voluto commentare la sua scelta
né parlare di mutilazione. Tuttora la madre non parla di ciò che è successo e
Dirye, che è una donna famosa, al momento della sua deinfibulazione non se l'è
sentita di esporsi pubblicamente per far conoscere alle donne come lei l'utilità
dell'operazione di deinfibulazione in ospedale. Desidera non dichiarare che
anche lei era stata mutilata e non vuole rischiare che la sua famiglia venga
stigmatizzata.
Attraverso l'analisi comparativa di queste esperienze, si
richiede ai destinatari del corso di riflettere sui casi esposti, in modo da:
- evidenziare analogie e differenze tra i singoli casi;
- illustrare quali sono le motivazioni di carattere culturale
e tradizionale che inducono le donne a subire le FGM;
- comprendere quali sono i motivi che spingono alcune donne a
richiedere di essere infibulate, mentre altre rifiutano tale pratica;
- evidenziare quali possono essere le difficoltà che
incontrano le donne infibulate quando si trasferiscono in Europa;
- analizzare le conseguenze psicologiche che le FGM causano
nelle bambine sottoposte a tale pratica e le ripercussioni nella loro vita
sessuale da adulte;
- illustrare le differenti tipologie di complicanze che
comportano le FGM;
- riflettere su quali possono essere le proposte per cercare
di eliminare la pratica delle FGM.