Le mutilazioni genitali femminili di Ragazzone Elisabetta (elizabeth.crystal@libero.it), Varacalli Valentina ()

Descrizione dei diversi tipi di mutilazione genitale femminile.

DESCRIZIONE DEI DIVERSI TIPI DI MUTILAZIONE GENITALE FEMMINILE (Ragazzone Elisabetta)

Tipo I

Nella forma più comune di questa procedura il clitoride viene trattenuto tra il pollice e l'indice, tirato e amputato con un movimento veloce utilizzando un oggetto tagliente. L'emorragia viene solitamente arrestata tamponando la ferita con garze o altre sostanze e applicando un bendaggio compressivo. Gli operatori moderni e con una maggiore esperienza applicano una o due punti di sutura intorno all'arteria clitoridea per arrestare l'emorragia.

Tipo II

Il grado di severità delle incisioni varia notevolmente in questo tipo di procedura. Solitamente il clitoride viene amputato come descritto sopra e le piccole labbra vengono parzialmente o totalmente asportate, spesso con lo stesso movimento veloce. L'emorragia viene arrestata con impacchi e bendaggi o con alcuni punti di sutura circolari che possono o meno coprire l'uretra e parte dell'orifizio vaginale. Sono stati riportati casi di escissione estese la cui cicatrizzazione avviene con la fusione delle superfici scoperte con una conseguente pseudo-infibulazione anche se le parti non sono state cucite. I tipi I e II generalmente rappresentano l'80%-85% di tutti i casi di mutilazione genitale femminile, benché la percentuale possa variare enormemente da un paese all'altro.

Tipo III

La quantità di tessuto asportato è estesa. La forma più estrema comprende la rimozione completa del clitoride e delle piccole labbra insieme alla superficie interna delle grandi labbra. I margini scoperti delle grandi labbra vengono congiunti utilizzando spine di acacie, impacchi e punti di sutura per mantenerli fermi e le gambe vengono legate insieme per 2-6 settimane. La cicatrice guarita crea un cheloide che scopre l'uretra e in parte la vagina, e che agisce come una barriera fisica durante il rapporto sessuale. Una piccola apertura viene lasciata nella parte posteriore per consentire il passaggio del flusso dell'urina e del sangue mestruale. L'apertura è circondata da cute e tessuto cicatriziale e ha solitamente un diametro di 2-3 cm, ma può anche essere piccola come la testa di un fiammifero. Tradizionalmente, la "re-infibulazione" [I] [I] [I] [I] [E] [E] [E] [E] [E] [F] [F] [F] viene eseguita dopo il parto. I margini scoperti vengono nuovamente cuciti insieme per creare una piccola apertura posteriore, spesso delle stesse dimensioni di quella della verginità, poiché un'apertura vaginale stretta viene culturalmente percepita come più piacevole per l'uomo. A causa dell'estensione delle incisioni e delle suture iniziali e ripetute, gli effetti fisici, sessuali e psicologici dell'infibulazione sono maggiori e più duraturi rispetto ad altri tipi di mutilazioni genitali femminili. Benché secondo una stima solo nel 15-20% di tutte le donne che vengono sottoposte a mutilazione genitale, viene praticata la mutilazione di tipo III, in alcuni paesi come il Djibouti, la Somalia e il Sudan la percentuale è dell'80-90%. L'infibulazione viene praticata su piccola scala in alcune zone di Egitto, Eritrea, Etiopia, Gambia, Kenya e Mali e può essere eseguita in altre comunità in cui l'informazione è scarsa o ancora incompleta.

Tipo IV

La mutilazione genitale femminile IV comprende una serie di procedure, la maggior parte delle quali sono auto-esplicative. Ad esempio l'espressione angurya cuts [I] [E] [F] [F] descrive il raschiamento del tessuto circostante l'apertura vaginale; i gishiri cuts, [I] [E] [F] [F] invece, sono incisioni posteriori dalla vagina nel perineo come tentativo di aumentare lo sbocco vaginale per rimuovere l'ostacolo al parto. Queste incisioni spesso provocano fistole vescicovaginali e danni allo sfintere anale.

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Edurete.org Roberto Trinchero