Il problema di ricerca sorge e viene definito all’interno di una comunità educativa. Gli operatori sul campo, forti della conoscenza della situazione concreta e delle potenzialità e dei limiti delle risorse coinvolte, delineano il problema, lo analizzano e progettano strategie di soluzione. Sono gli operatori a decidere quali sono i problemi su cui vale la pena fare ricerca e quali sono le soluzioni possibili, concrete e realisticamente applicabili. Il contesto ambientale e le dinamiche sociali assumono un ruolo centrale nella ricerca e diventano parte inscindibile dell’oggetto di studio. I rapporti di forza e di leadership, i conflitti manifesti o latenti, i bisogni, le aspettative, le esigenze, le soddisfazioni e le insoddisfazioni degli attori, le speranze, le paure, le emozioni, determinano le modalità con cui il problema si presenta e le strategie realistiche di applicazione delle soluzioni possibili. Il coinvolgimento di tutti i membri della comunità nelle varie fasi del processo è importante per poter cogliere il maggior numero possibile di aspetti della situazione sotto esame, per interrogarsi sulle contraddizioni che potrebbero emergere durante la ricerca (che non devono essere occultate ma messe in luce il più possibile), per poter giungere a soluzioni condivise e per poter avere effettive possibilità di cambiamento. La ricerca viene condotta in modo partecipato da tutti i membri della comunità, che ne fanno proprie le istanze attraverso una continua negoziazione. La negoziazione permette di giungere ad un accordo largamente condiviso tanto su temi generali, ad esempio sull’interpretazione da dare ai fenomeni educativi o sull’impostazione pedagogica da adottare, quanto su temi specifici, come la definizione delle priorità dei problemi concreti e delle strategie di intervento da mettere in atto.