Genocidio in guerra: la guerra civile in Nigeria e le odierne conseguenze di Ornella Biancotto (ornellabibi@libero.it), Paola Salvetti (salviocci@tiscali.it)


Mappa Introduzione

Notizie ed immagini delle più svariate tipologie bombardano ormai, dallo schermo televisivo, (talvolta senza e, altre volte, attraverso anche troppi e devianti filtri), la percezione di adulti e ragazzi. Dopo l’11 settembre 2001, in particolar modo, lo spettro della paura che giunge da lontano e che si aggiunge alla cronaca interna ha senza dubbio contribuito a minare, volenti o nolenti, la sicurezza anche degli adolescenti. Sentire parlare molto più di un tempo (anche soltanto di un decennio fa) di mine anti-uomo, di integralismo islamico, di non meglio conosciuti “fronti di indipendenza e liberazione” per etnie da noi remote, di torture moderne e soprattutto di attentati e rapimenti di uomini e donne occidentali, spesso giornalisti, semplici turisti o lavoratori in luoghi “caldi” del globo, ha letteralmente catapultato nelle case della gente comune, dove i giovani vivono e crescono, un approccio più o meno forzato a realtà lontane e diverse da quella nella quale si trovano, e che tuttavia irrompono prepotentemente nei loro pensieri. Paradossalmente, tutto questo parlare (diffidente e poco informato) di zone di guerra, di lotte etnico-religiose, di violenza perpetuata per motivi talvolta ostici da comprendere per chi cresce in una società come la nostra, dove il raggiungimento di un astratto “benessere” oscura ogni altro valore, questo accostarsi forzato alle zone del Sud del mondo (poiché di queste, quasi sempre, si parla) ha contribuito alla crescita di una particolare sensibilità per i problemi connessi alla guerra di questi popoli: fame, povertà, sete, malattie, bambini-soldato, le più variegate violenze sulle donne e la negazione dei loro diritti. Immagini “strappalacrime” di bambini affamati e disperati, mutilati in seguito ai combattimenti nei loro territori, orfani spesso, stanno facendo il giro del mondo mediatico occidentale attraverso organizzazioni missionarie, onlus e anche grandi organizzazioni che si occupano di diritti umani nel mondo, come Amnesty, Medici senza frontiere, ecc… La paura verso popoli associati al terrorismo islamico e la sensibilizzazione verso i problemi delle popolazioni che in queste terre, troppo spesso definite erroneamente “di terroristi e rapitori”, convivono, attraverso i mezzi di comunicazione di massa, in un gigantesco calderone di odio xenofobo e vaghi sensi di colpa per la povertà della quale l’Occidente ex-colonizzatore si sente inevitabilmente, almeno in parte, responsabile. Tutto ciò, ai livelli più alti di cultura e informazione; ma tra le famiglie comuni, dove i giovani crescono, cosa si sa e cosa si capisce veramente di tutto questo marasma di problematiche internazionali? Esiste la capacità di differenziare autonomamente le tipologie di conflitti e le cause della fame, oppure ogni evento appare “normale” dato di fatto allo sguardo anestetizzato della quotidiana fruizione di scene agghiaccianti? E ancora, cosa sappiamo veramente di quella che con tanta familiarità, buonismo e un po’ di scetticismo chiamiamo Africa, con tutte le sue differenziate situazioni? Cosa conosciamo delle guerre civili, delle lotte interetniche, della pericolosa corruzione dei governi di un continente sterminato, ormai celebre specchio dei drammi di tutto il mondo sottosviluppato, al di là di fotografie di bambini con la pancia gonfia e le mosche sugli occhi, o di donne prigioniere di una società integralista e fanatica? Praticamente poco o nulla, e spesso quel poco, anche male. Questa è la ragione generale per cui si sceglie qui di proporre un argomento ampio come quello del genocidio correlato alla fame, e tuttavia riferito ad aree meno considerate dal punto di vista della storia ufficiale e della trattazione a scuola, a partire dai libri di testo. L’input che ha condizionato la scelta del caso specifico da trattare è arrivato dagli ultimi fatti di cronaca internazionale: il rapimento di alcuni italiani, dipendenti della multinazionale petrolifera ENI, nella zona del delta del Niger, da parte di uomini armati nigeriani che da anni combattono per l’indipendenza di quei territori ricchi di risorse dal controllo delle industrie occidentali. Con il passare delle settimane, la denominazione “delta del Niger” e “Nigeria” è divenuta sempre più familiare leggendo i quotidiani e guardando la televisione. Così, proprio dall’abitudine progressiva del pensiero ad andare verso queste notizie sempre più frequenti, mi sono resa conto di quanto in realtà poco si sappia di questo Stato dell’Africa “nera” di cui tanto si sta parlando e della sua storia; dei fattori complessi, politici ed economici, che hanno portato al rapimento di lavoratori italiani in quelle terre. Ecco come nasce l’interesse per la storia della Nigeria e per la guerra civile del Biafra: un conflitto combattuto in sordina, e soprattutto un genocidio per affamamento di milioni di innocenti, per mano di un governo criminale che agì, ormai più di trent’anni fa, sotto gli occhi del mondo inerme, talvolta indifferente. Comprendendo, dunque, quanto le radici di questi rapimenti affondino in realtà nel passato della Nigeria e in ben più gravi e grandi violazioni di diritti umani, appare immediatamente chiaro quanto fumose debbano apparire queste notizie a degli studenti adolescenti. Permane altresì la convinzione che il fatto di sentire e leggere continuamente notizie come queste, non possa escludere almeno un tentativo di comprensione realistica dei problemi che stanno sotto a queste “punte di iceberg”. L’aiuto più autorevole fornito ai ragazzi, affinché capiscano a fondo ciò che apprendono dai notiziari e traggano conclusioni con spirito critico e con la cognizione di causa di chi conosce davvero ciò che sta giudicando, è fornito sicuramente dalla scuola. Ragion per cui si è pensato ad un’unità didattica che, partendo da fatti attuali come questo e come la situazione problematica di tutta l’Africa, permetta agli studenti di analizzare le ragioni storico-politiche che stanno a monte di tali eventi e di acquisire una vera consapevolezza di ciò che vedono e sentono alla televisione, evitando giudizi di condanna o retorica buonista, atteggiamenti comuni ed erronei entrambi, poiché dettati il più delle volte da mera ignoranza. Tale unità didattica sarà incentrata, quindi, sulla spiegazione della situazione nigeriana oggi sulla base della storia della guerra civile che dilaniò il Paese dal 1967 al 1970, a causa del tentativo fallimentare di secessione dal governo centrale da parte della Repubblica del Biafra e del conseguente genocidio attuato sistematicamente dal governo contro le popolazioni secessioniste, attraverso un blocco di tutti i generi di sostentamento e una generale incuria verso tutte le malattie derivate dall’affamamento. Inoltre, parlando delle lotte, si metteranno in evidenza le etnie e le divisioni storiche della Nigeria con tutti i problemi di corruzione politica e di sfruttamento ineguale delle risorse naturali, che è causa dei disordini odierni. Il tema del genocidio di persone civili e indifese, aiuterà poi l’insegnante a porre in primo piano il ruolo della Croce Rossa nelle zone di guerra e di lotte interne, e permetterà di tracciare la storia della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, basata sulle Convenzioni di Ginevra.

Destinatari

La classe ipotetica alla quale destinare un argomento così complesso potrebbe essere il quinto anno di un istituto tecnico; una classe non eccessivamente numerosa (20 unità), che abbia raggiunto negli anni un discreto livello cognitivo e una buona capacità critica. La scelta di una quinta superiore, alla fine del percorso scolastico e arrivata agli ultimi mesi dell’anno, nasce dall’esigenza di avere degli ascoltatori relativamente maturi e con una acquisita conoscenza di base dell’Ottocento colonizzatore e di tutto il Novecento, dal genocidio degli ebrei della Seconda Guerra mondiale fino alla decolonizzazione dell’Africa degli Anni Settanta e oltre.

Strumenti

Mezzi utilizzati per la spiegazione saranno principalmente lezioni frontali e partecipate, anche attraverso la lettura di romanzi, poesie e testimonianze scritte. La verifica consisterà in una serie di domande a risposta aperta e un commento personale, volti proprio a constatare non solo la comprensione dei fatti, ma anche la capacità di interpretazione critica e di esplicitazione attraverso la lingua scritta dei contenuti appresi e del loro pensiero in merito.

Tempi

L’argomento sarà suddiviso sulla base dei seguenti tempi: tre lezioni da due ore ciascuna e una lezione finale per la verifica della durata di due ore. Per entrare più nello specifico, la suddivisione potrebbe essere impostata così:

  • I lezione: dopo un breve ripasso storico sulla colonizzazione e la conseguente decolonizzazione del continente africano da parte dell’Europa tra l’Otto e il Novecento, il docente si focalizzerà sul concetto di genocidio e di violazione dei diritti umani nelle modalità espresse sulle Convenzioni di Ginevra.
  • II lezione: collocazione geografica della Nigeria, della regione del delta del Niger e dell’area dove sorse la breve Repubblica del Biafra; breve storia del territorio; poi, il docente passerà a spiegare i passaggi fondamentali della guerra civile del Biafra secessionista contro il governo centrale (1967-70) e del conseguente blocco di risorse per i secessionisti, diritto al sostentamento violato che provocò la morte di 3,5 milioni di persone per fame, sete e malattie derivate.
  • III lezione: lavoro su testimonianze e opere di autori del luogo sulla tragedia della fame e della guerra civile, e lettura anche di articoli sulla situazione odierna per trovare una soluzione di continuità tra i problemi di allora e quelli attuali, che spingono a gesti così forti. L’insegnante leggerà alcuni passi tratti dalle varie fonti scelte, passi che verranno poi commentati dai ragazzi guidati dal docente durante una lezione partecipata.
  • IV lezione: verifica finale volta a prendere atto degli obiettivi raggiunti.
Prerequisiti
  • Conoscenza geografica generale degli stati dell’Africa e della loro collocazione sul territorio continentale.
  • Conoscenza dei concetti di etnia, religione mussulmana e animista tradizionale, dittatura militare, multinazionale, Croce Rossa Italiana.
  • Conoscenza della storia di Otto e Novecento, in particolare della colonizzazione europea dell’Africa e della decolonizzazione del XX secolo, oltre che della Seconda Guerra mondiale con il genocidio nazista e il conseguente processo di Norimberga per crimini contro l’umanità.
  • Conoscenza dei principi fondamentali del diritto internazionale.
  • Conoscenza delle tappe che hanno portato alla tutela dei diritti umani.
Obiettivi cognitivi
  • Conoscenza della normativa internazionale concernente i diritti umani in guerra.
  • Conoscenza delle principali fonti normative internazionali inerenti al genocidio per sottrazione di risorse vitali al sostentamento.
  • Conoscenza del caso proposto in approfondimento agli alunni: la guerra civile in Nigeria contro la secessionista Repubblica del Biafra (1967-70) e i problemi di lotte interetniche per il controllo di un territorio ricchissimo di petrolio e di contrasti con le grandi multinazionali del mondo occidentali che sfruttano la risorsa lasciando la popolazione in completa povertà.
  • Capacità di utilizzare i mezzi di informazione e la letteratura non soltanto europea come supporto allo studio e all’apprendimento personale.
  • Capacità di leggere criticamente, senza retorica inutile e fuorviante, le informazioni offerte dai mass-media.
Obiettivi formativi
  • Sviluppare la riflessione personale in modo autonomo e consapevole.
  • Far riflettere gli studenti sul concetto di diritto umano e sulle azioni che ne costituiscono una violazione.
  • Sviluppare il senso critico della relatività dei punti di vista e ottenere un quadro generale sulla complessità e sulla molteplicità di fattori che concorrono nell’analisi del problema in questione.


 
  1. La parola chiave: "Genocidio"
  2. La parola chiave: "Crimine di guerra"
  3. Introduzione alle Convenzioni di Ginevra
  4. Alcuni articoli tratti dalla Convenzione promulgata dalle Nazioni Unite nel 1948 per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio
  5. Alcuni articoli tratti dalla Convenzione di Ginevra per la protezione delle persone civili in tempo di guerra
  6. Alcuni articoli tratti dalla Convenzione di Ginevra sulla protezione dei beni indispensabili alla popolazione civile
  7. Alcuni articoli tratti dalla Convenzione di Ginevra sulle operazioni di soccorso
  8. La Nigeria dal punto di vista geo-morfologico
  9. La parola chiave: "Imperialismo"
  10. La storia antica della Nigeria
  11. Il periodo del colonialismo
  12. Decolonizzazione e conseguenze
  13. Guerra civile nigeriana
  14. Evoluzione del conflitto
  15. Biografia dell'autore Ken Saro-Wiwa
  16. Presentazione del romanzo "Sozaboy"
  17. Il testamento spirituale di Ken Saro-Wiwa
  18. La vita di Wole Soyinka
  19. L'intervista a Wole Soyinka
  20. La poesia di Ken Saro-Wiwa
  21. Articolo sulla tensione tra cristiani e musulmani in Nigeria
  22. Articolo sulla Nigeria come mosaico di fedi religiose e gruppi etnici
  23. Verifica finale
Elenco percorsi                                                                                  Edita
Edurete.org Roberto Trinchero