Capitolo 3. I media. Dal bambino fruitore al bambino competente (Mariagrazia Cotto)
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Cotto Mariagrazia Matr. 717116
Cap. 3 I media : dal bambino fruitore al bambino competente
In questo capitolo si cerca di capire quale sia il ruolo e la vera influenza dei Mass Media sugli individui e in particolar modo sui bambini. A partire dagli anni Venti , secondo il modello della Bullett Theory i mass media agivano come un “proiettile magico” capace di penetrare la mente dei suoi fruitori e di inserire convinzioni e valori in maniera meccanica. Questo modello trascurava però il fatto che ogni soggetto interpretava i messaggi dei media in diversi modi . L’ipotesi che oggi rimane però più condivisa è quella riguardo al fatto che l’adulto o il bambino sono perfettamente capaci a livello cognitivo ed emotivo di saper interpretare in maniera attiva le varie informazioni e i messaggi che arrivano dai media sulla base delle loro pre-comprensioni. I media non necessariamente isolano , ma possono essere anche un volano per la vita sociale. Ci si chiede perciò se la televisione fa bene ai bambini. Attraverso una ricerca di sfondo di natura quantitativa e l’uso di questionari si è potuto confermare una diminuzione del consumo televisivo da parte dei minori rispetto al passato. Questa ricerca indica che i ragazzi manifestano un uso personalizzato dei media , sanno selezionare i programmi sulla base di criteri predeterminati e sanno fruire in maniera ampia delle proposte dei media. Questo dimostra che c’è una metamorfosi dell’infanzia e dell’adolescenza, oggi si parla infatti di net generation. Un'altra ricerca invece richiede a ciascun bambino del gruppo di osservazione di compilare una griglia di codifica nel valutare un certo programma e in seguito gruppi di bambini sono poi intervistati da un ricercatore all’interno di un focus group. Questa ricerca ha messo in luce almeno tre elementi: la competenza televisiva dei bambini, la richiesta di qualità nella realizzazione dei programmi e infine il modello di ricezione televisiva. Un’ ultima prospettiva si ha invece da una ricerca empirica su un campione di 150 soggetti. Lo studio è stato condotto attraverso prove oggettive somministrate a seguito della visione di spezzoni di telegiornali. Le ipotesi formulate inizialmente indicano quali sono le difficoltà incontrate dai ragazzi . Punto in comune fra le tre ricerche può essere perciò il superamento dell’idea di passività del bambino di fronte al video, data dal fatto che i minori sono in grado di portare avanti un interpretazione critica dei messaggi trasmessi.