Capitolo 7. Osservare lo sviluppo. L'esempio delle Tavs di Kuno Beller (Irene Beccaris)
Le Tavs, pensate intorno agli anni sessanta del secolo scorso da Kuno Beller e diffusesi in Italia verso la fine degli anni settanta, sono uno strumento ideato per osservare e sostenere lo sviluppo e consiste in una serie di item che rimandano a descrittori di comportamenti, atteggiamenti e situazioni tipici della vita quotidiana dei bambini in età compresa fra zero e 5/ 6 anni.
Le Tavs si organizzano in otto aree, ordinate per livello progressivo di abilità, di cui ognuna delle quali è suddivisa in quattordici fasi, contenenti un numero variabile di descrittori di comportamento (azioni o attività del bambino osservabili in una situazione quotidiana da chiunque conosca il bambino).
Al termine dell’ osservazione si ottiene un profilo di sviluppo che permette di individuare in quali aree il bambino è più attivo e mostra un comportamento più articolato e in quali, invece, si mostra meno motivato.
Gli scopi principali della Tavs sono essenzialmente due: offrire al bambino un ruolo attivo che lo renda partecipe nella determinazione delle proprie esperienze e del ritmo della propria evoluzione e instaurare una comunicazione diretta tra adulto e bambino in modo che entrambi imparino ad accettare l’ autonomia dell’ altro.
Le tavole di sviluppo fanno riferimento a molteplici posizioni teoriche, prime fra tutte quelle di Jean Piaget, che si rendono evidenti soprattutto nello sviluppo cognitivo, inteso come maturazione della mente che ha luogo attraverso le relazioni fra il soggetto e gli oggetti della sua esperienza, e nella scoperta degli ambienti e dei comportamenti motori generali e fini. Non mancano, però, spunti tratti dalle riflessioni di Anna Freud riguardo lo sviluppo e la costruzione dell’ Io, inteso come “la sede di osservazione privilegiata dello sviluppo”.
Beller, quindi, si muove su tre piani principali: un piano teorico, che accoglie meglio il sapere psicologico sul quale imposta le pratiche del rapporto di cura e del fare educazione; un piano comparativo in cui confronta diverse concezione dello sviluppo e le integra all’ interno di una visione coerente e su un piano descrittivo e sperimentale, in cui ricerca una coerenza tra il sistema da lui costruito e la realtà che i bambini incontrano nella loro quotidianità.
Sul piano metodologico le Tavs si collocano a metà tra i metodi qualitativi e quelli quantitativi, in quanto questi ultimi rappresentano solo il punto di partenza di questo strumento, prevalentemente qualitativo, infatti i dati osservati e le considerazioni su un bambino o su un gruppo di bambini per un dato periodo di tempo rimandano alla produzione di un similare del diario o della scrittura narrativa.
Da un punto di vista formativo le Tavs sono un ottimo strumento per apprendere informazioni sullo sviluppo infantile e, soprattutto, offrono l’ opportunità di prendere decisioni coerenti per indirizzare lo sviluppo di un dato bambino verso una direzione voluta. E’ preferibile osservare quei bambini che per qualsiasi ragione si conoscono meno, ma è anche utile l’ osservazione di un gruppo di bambini per individuare costanti e scostamenti del gruppo e l’ osservazione da parte di più educatori di uno stesso gruppo di bambini, per far emergere opinioni diverse riguardo uno stesso item, oppure ciò che ogni singolo educatore conosce riguardo un determinato bambino, allo scopo di indirizzare la sua azione educativa.
Le Tavs sono nate, primariamente, come strumento per i genitori insufficientemente competenti nel loro ruolo, a tale proposito è possibile utilizzare questo strumento in maniera costruttiva per il coinvolgimento della famiglia del bambino: un primo metodo è quello che prevede la proposta ai genitori degli item e l’ attribuzione dei punteggi a casa, in questo modo l’ educatore ha la possibilità di conoscere anche il punto di vista dei genitori riguardo gerarchie di valori o abitudini e stili educativi; una seconda possibilità di utilizzo è rappresentata dal confronto genitore/ educatore sotto forma di intervista, in cui l’ educatore, insieme al genitore, analizza gli item delle diverse aree. Questo tipo di lavoro porta a conoscere nuovi attributi e spunti di riflessione per il lavoro educativo da svolgere con il bambino in questione e i genitori, così facendo, si rendono conto della cura che si pratica all’ interno del nido di infanzia e della ricchezza che può portare un lavoro basato su un sano e sereno rapporto reciproco.
Pensate per l’ osservazione di “bambini sani” le Tavs possono, però, anche essere impiegate per l’ indagine di bambini con bisogni educativi speciali, proponendo giochi, attività o situazioni inerenti alla fase di sviluppo in cui si trova il soggetto interessato. Si viene così a creare qualcosa di simile alla zona di sviluppo prossimale di Vygotzskij.
In conclusione, le Tavs si presentano come un ottimo strumento di osservazione finalizzato al sostegno dello sviluppo del bambino e, benchè, nate come metodo di sostegno a genitori non sufficientemente competenti al loro ruolo e per bambini cosiddetti sani, possono essere impiegate all’ interno di più realtà grazie alla loro flessibilità , che anziché un vincolo rappresenta una garanzia per il futuro.