Capitolo 6. Il dialogo tra educatori e genitori. Esperienze e strumenti di formazione all'ascolto (Simona Gili Faudin)
6.1
Relazione, comunicazione, dialogo
Negli
ultimi decenni si è riscontrata una crescente attenzione alla dimensione del
coinvolgimento e della partecipazione dei genitori nelle istituzioni educative
per l’infanzia. Le relazioni con le famiglie rappresentano un aspetto cruciale
della qualità del progetto educativo di un servizio e permettono di riflettere
sulla comunicazione tra operatori e genitori. Il compito dell’operatore è
presentare il progetto educativo del servizio in particolare leggendo le domande
e i bisogni delle famiglie per aiutare i genitori ad assumerlo. Le
istituzioni educative sostengono i genitori nel difficile compito di crescere
ed educare i figli e bisogna dare notevole importanza alla capacità di
acquisire competenze specifiche per la gestione delle relazioni tra adulti da
parte delle educatrici e degli insegnanti. Occorre avere solide capacità
comunicative: il dialogo infatti presuppone l’ascolto e la relazione. La
comunicazione riguarda sia il che cosa
viene detto che il come e costituisce
un processo circolare di scambio dove l’informazione è solo il prodotto di
questo processo. 6.2
Il primo colloquio: darsi il tempo per conoscersi. Il
primo colloquio è un momento fondamentale per verificare obiettivi, contenuti e
modalità e per sollecitare un confronto tra operatori e famiglia. Devono essere
rispettati sia gli obiettivi degli operatori che dei genitori e prendere
contatto con gli obiettivi e le intenzioni serve per instaurare una relazione.
Nel primo colloquio il genitore presenterà domande, aspettative, timori e
richieste; l’educatore deve essere empatico cioè assumere un atteggiamento ed
una disponibilità mentale ed emotive che consentano di comprendere sentire ed
accettare l’altro senza valutarlo o etichettarlo. Il
piano fondamentale è quello della fiducia che dovrà diventare reciproca solo
attraverso un percorso di conoscenza. Può capitare che ci siano alcune
difficoltà di comunicazione ma l’assunto di base è che l’operatore non deve
limitarsi al primo colloquio perché a questo ne seguiranno altri. L’operatore
deve essere “autentico” cioè consapevole non solo delle parole ma anche dei
gesti. L’accoglienza presuppone un rispetto reciproco e un operatore che è
professionale sarà responsabile della conduzione e del clima della comunicazione
con il genitore. L’educatore deve concentrarsi non solo sulle parole ma anche
sui gesti, sguardi e posture. Può
capitare che i genitori chiedano informazioni sulla formazione e le esperienze
dell’operatore e questo può rispecchiare una preoccupazione connessa alla
separazione e all’impatto con il nuovo ambiente e una sensazione di perdita del
controllo sul bambino. L’inserimento graduale è previsto proprio perché nessun
minore arriva “ già pronto” e quindi deve trovare un ambiente rassicurante che
comprende un operatore attento e disponibile e un genitore che si lasci
guidare. Talvolta insegnanti e genitori si percepiscono come avversari e questo
può intimorire il bambino. 6.3
Dopo il primo colloquio: un dialogo che continua.