Capitolo 16. Problem solving e creatività (Giulia Salomoni)

Il problem solving è quel processo tramite il quale si raggiunge un dato obiettivo riorganizzando le componenti del problema proposto sulla base di rappresentazioni cognitive di esperienze precedenti.

Tale procedimento coinvolge naturalmente l’apprendimento mediante la scoperta dove il materiale non viene presentato all’allievo ma deve essere scoperto autonomamente e acquisire significato.

Si possono distinguere due tipi di problem solving:

-          Approccio per prove-ed-errore: si risolve il problema procedendo tramite correzioni di risposte casuali.

-          Insight: si risolve il problema cercando una relazione significante mezzi-fini. Non sempre si tratta di risposte corrette e complete che si presentano immediatamente. È più facile che l’insight compaia dopo un periodo prolungato di ricerca dove la valutazione di ipotesi alternativa gioca un ruolo importante sull’identificazione dell’ipotesi corretta.

Secondo la spiegazione data da John Jewey nel 1910 il processo di risoluzione problemi attraversa 5 stadi:

1)      Stato di dubbio e consapevolezza delle difficoltà;

2)      Identificazione del problema, del fine da raggiungere e dei limiti da superare;

3)      Collegamento cognitivo tra il problema in gestione e le soluzioni e idee riscontrate nelle esperienze precedenti;

4)      Il controllo successivo delle ipotesi e, se necessario, la riformulazione del problema;

5)      L’interiorizzazione della soluzione al problema e la sua applicazione al problema e a situazioni problematiche simili.

Tali fasi non sono applicate in tutti i problemi e non seguono per forza quest’ordine, ma sono adeguate per comprendere il processo che si innesca nel problem solving. Esso è maggiormente usato da adolescenti piuttosto che da bambini proprio perché richiede una maggiore capacità di astrazione.

Il problem solving può produrre risultati migliori dove vi sia una maggior conoscenza della materia di cui tratta il problema e dove si abbia una certa familiarità con la logica particolare di una disciplina. Possono inoltre favorire una migliore risoluzione tratti caratteristici della personalità quali l’interesse, la flessibilità, la curiosità, la costanza. Anche un addestramento alle capacità di problem solving è utile allo scopo di migliorare i risultati di tale approccio, anche se bisogna ammettere che istruzioni quali “formulare e delineare il problema prima di risolverlo” o “tralasciare soluzioni poco promettenti e valutare altre alternative” risultano talmente generiche che la loro utilità è limitata, dato che sono applicabili a qualsiasi problema.

Il problem solving ha maggior successo laddove venga utilizzato da soggetti dotati di alto livello di vivacità intellettuale, in particolare, coloro che riescano a trovare soluzioni creative al problema.

In questo caso non si parla di creatività come talento unico e raro, capacità particolareggiata e sostanziale, ma come capacità creativa la quale permette al soggetto intellettualmente vivace di tradurre gli insight in soluzioni creative.

Grazie agli studi di molti ricercatori che hanno valutato la connessione tra creatività e intelligenza si può affermare che quest’ultima per attuare potenzialità creative deve essere al di sopra della media. Ciò ovviamente non presuppone un collegamento tra creatività e miglior rendimento scolastico proprio perché, la padronanza di una certa materia, non presuppone una notevole capacità nel dare contributi originali o creativi alla stessa. Anzi, proprio perché gli studenti creativi tendono ad essere non conformisti e critici nei confronti della routine scolastica, e quindi provocano gli insegnanti irritandoli, si può affermare che vi è una relazione negativa tra creatività e profitto scolastico. La scuola comunque dovrebbe promuovere la creatività originale tramite l’influenza di un insegnamento sensibile e immaginativo.

Ovviamente la scuola non può realizzare potenzialità creatrici laddove non ve ne siano, ma può aiutare ad esprimerle negli individui che possiedono tali capacità.

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Edurete.org Roberto Trinchero