Capitolo 14. L'apprendimento attraverso la scoperta (Giulia Salomoni)

Si intende per metodo della scoperta quella tecnica pedagogica che non si basa sulla semplice lezione frontale ma che guida l’alunno in un percorso di apprendimento che lo vede protagonista e scopritore del mondo. Tale metodo trae dal movimento progressista molti spunti tra cui quello riguardante l’apprendimento verbale definito come “poco più che disinvolto verbalismo e recitazione pappagallesca” o l’approccio all’istruzione incentrato sul bambino, in cui si teneva conto della natura del bambino e dei suoi bisogni.

Il metodo parte dal presupposto che l’allievo deve essere istruito oltre che alla didattica di base anche all’osservazione poiché nella vita quotidiana sarà chiamato a vivere molte esperienze che lo porteranno ad attivare un processo deduttivo che gli permetterà di raggrupparle per fattori comuni.

Tale metodo risulta essere molto valido soprattutto nella prima fase dell’apprendimento dove il bambino si trova a non concepire appieno una materia astratta e quindi un metodo “concreto” può aiutarlo a fornire la giusta significatività al materiale che deve apprendere. Inoltre la scoperta autonoma può essere un utile metodo per comprendere ciò che può risultare difficile dato che, attraverso la personalizzazione concreta dell’esperienza, stimola una significatività intuitiva; è quindi plausibile supporre che tale tecnica autonoma porti ad un apprendimento e ad una comprensione maggiori a fronte di una motivazione, interesse e curiosità maggiori.

Gli studiosi hanno però rilevato dei limiti psicologici ed educativi rispetto al metodo dell’apprendimento attraverso la scoperta. Analizzeremo solamente quelli più rilevanti:

-          I sostenitori del metodo dell’apprendimento attraverso la scoperta sostengono che per ottenere davvero una conoscenza l’allievo debba scoprirla da solo o attraverso il suo intuito.

Secondo  Bruner la scuola è una comunità particolare che dovrebbe attraverso l’intelligenza del singolo promuovere un processo intellettivo rivolto all’indagine. Il limite di questa prospettiva è che non si tiene conto del fatto che ogni individuo conosce molte cose che sono state scoperte da altri individui e che gli sono state comunicate in modo da poterle apprendere; soprattutto non si tiene conto del fatto che se siamo interessati al fatto che l’individuo abbia una conoscenza vasta e in più campi non possiamo basare il suo apprendimento solamente sul metodo della scoperta in quanto richiede tempistiche lunghe.

-          Un’altra posizione dei sostenitori del metodo dell’apprendimento riguarda l’affermazione che “il significato nasce solo da una scoperta creativa, non verbale”. In questo caso il limite sta nel fatto che il materiale presentato all’allievo diviene una conoscenza significativa non perché viene scoperto in maniera creativa ma perché viene compreso a seconda della struttura cognitiva dell’individuo.

-          Altra affermazione sostenuta dai pionieri del metodo è che la verbalizzazione non solo non sia necessaria per il trasferimento cognitivo di idee e per la comprensione, ma che sia addirittura nociva e che serva solamente nel momento in cui sia necessario dare un simbolo o un’etichetta al materiale appreso. Il limite di tale affermazione è che non si tiene conto del fatto che l’uso delle parole manipolate per rappresentare delle idee rende possibile il processo di trasformazione di queste idee in nuovi insights. Non si può ritenere quindi la verbalizzazione come un semplice insight sub verbale.

-          I sostenitori del metodo inoltre affermano che per trasmettere il contenuto di una data materia il metodo della scoperta sia senz’altro il più indicato. Bisogna però tener conto del fatto che dal punto di vista pratico la realizzazione pedagogica di un approccio dell’apprendimento totalmente basato sulla scoperta autonoma è pressoché impossibile, poiché sarebbe un eccessivo dispendio di tempo e non terrebbe conto della soggettività dei bambini, della loro esagerata tendenza a giungere a conclusioni affrettate e della  loro capacità di considerare un aspetto per volta di un problema.

-          È sostenuto inoltre che l’insegnamento basato sulla spiegazione sia autoritario. Questa è una generalizzazione che non si può attribuire a tutti i metodi di insegnamento basati sulla spiegazione soprattutto per il fatto che non c’è niente di autoritario nel presentare e spiegare idee agli altri fino a che tali idee non vengono imposte e debbano essere obbligatoriamente accettate sulla fiducia.

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Edurete.org Roberto Trinchero