Capitolo 7. Strategie di insegnamento per superare le differenze individuali nella capacità intellettuale (Giulia Salomoni)

Tra gli allievi esistono molteplici differenze individuali e in nessun sistema di insegnamento esse possono essere trascurate. È necessario quindi concepire l’insegnamento individualizzato come uno degli obiettivi primari dell’educazione, dove ogni bambino deve essere stimolato ed incoraggiato ad apprendere secondo potenzialità e tempistiche personali.

Nonostante ciò non è possibile sostenere un completo sistema di insegnamento individualizzato e in tal modo escludere a priori un tipo di apprendimento di gruppo. La strategia che permette di trovare un compromesso è quella che prevede l’unione complementare del raggruppamento per abilità diverse e l’insegnamento individualizzato.

 

L’insegnamento individualizzato prevede che ciascuno studente lavori autonomamente, con tempistiche proprie e con materiali programmati ed organizzati. Non si tratta di auto-istruzione; quando si tratta di materie che richiedono una discussione esso ha maggiore efficacia in gruppo; inoltre tale metodo può essere condotto dall’insegnante o essere autogestito. L’organizzazione sequenziale e la graduazione delle difficoltà tipiche di questo approccio permettono di adattare la materia allo studente. L’istruzione individualizzata può avere risultati più proficui se presuppone una continuità tra i diversi livelli di istruzione che il bambino deve affrontare. Fondamentale per questo tipo di approccio fu il progetto della “scuola senza classi” attuato per la prima volta da Maria Montessori; esso permetteva a qualsiasi bambino di arrivare a padroneggiare il programma scolastico al suo ritmo personale in un ambiente sociale costituito da bambini in età diversa non raggruppati per classi. Al giorno d’oggi l’insegnamento individualizzato può essere facilitato dall’aiuto di una programmazione mediante computer che selezioni il contenuto, pianifichi le tempistiche e fornisca un adeguato materiale didattico. Nel caso di allievi dotati di una spiccata intelligenza l’insegnamento individualizzato può essere effettuato secondo la forma dell’arricchimento del programma o  dell’accelerazione dello stesso.

 

 

Il metodo complementare all’insegnamento individualizzato è il raggruppamento per abilità diverse che tiene conto delle differenze individuali permettendo all’insegnante di adattare il livello e il metodo didattico alle potenzialità del gruppo e di funzionare come “facilitatore sociale” raggruppando i soggetti per abilità intellettive. Il raggruppamento per abilità diverse necessita di insegnanti specializzati nelle diverse materie specialistiche e di diversi metodi didattici appropriati alla preparazione della materia nel gruppo in questione.

Il lavoro di gruppo presenta anche svantaggi:

1)      Qualsiasi sia il criterio adottato per il raggruppamento non tiene conto del fatto che il gruppo sarà comunque eterogeneo poiché si differenzierà per molti altri fattori.

2)      il gruppo formato sulla base del punteggio di un test di intelligenza diventa nel tempo sempre meno efficace dato che le attitudini cognitive mutano. Inoltre tale tipo di suddivisione tende a degradare l’allievo tardo e a generare comportamenti di arroganza nel normodotato.

3)      La stessa eterogeneità fornisce una stimolazione intellettiva ed è per questo positiva.

 

Anche la bocciatura è un tentativo di ottenere un gruppo omogeneo volendo così escludere gli elementi con profitto insufficiente rispetto al resto del gruppo. Essa però ha spesso effetti negativi sul ripetente che sentendosi inadeguato per l’insuccesso non migliora il proprio rendimento scolastico.

 

Per quanto riguarda i bambini con ritardi mentali la decisione più importante per l’istruzione riguarda l’opportunità di collocarli in classi speciali o di ammetterli in classi regolari. La decisione definitiva dipende dal tipo di programma e dai metodi didattici disponibili.

 

Differente è l’istruzione destinata al bambino culturalmente deprivato la quale si basa su quattro aspetti:

1)      La prevenzione, ovvero un’adeguata attività prescolastica che dedichi molto tempo alla lettura e alla conversazione coi bambini, in modo da fornire loro un modello accettabile di linguaggio parlato.

2)      Selezione dei compiti di apprendimento che siano idonei alle capacità del bambino culturalmente deprivato.

3)      Padronanza e consolidamento delle materie principali in modo da fornire una buona base, necessaria per l’apprendimento di argomenti più complessi.

4)      Uso di materiali di apprendimento strutturati e autoregolabili secondo il proprio ritmo; l’insegnante deve preoccuparsi che gli argomenti di studio siano effettivamente compresi ed assimilati genuinamente.

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Edurete.org Roberto Trinchero