Se l’obiettivo del ricercatore, oltre a descrivere una data realtà educativa, è giungere alla comprensione approfondita del quadro situazionale e motivazionale che guida gli attori nelle loro decisioni di azione, non concentrandosi su specifici fattori e sulle relazioni che li legano ma studiando le dinamiche complesse che rendono possibili (e razionali per gli attori che le intraprendono) determinate decisioni, egli si rivolgerà verso la strategia della ricerca interpretativa. Attraverso approcci che privilegiano l’indagine in profondità, con procedure di rilevazione volte a cogliere la specificità del singolo soggetto, più che a proporre stimoli costanti ai vari soggetti, egli ricostruirà i quadri situazionali e i contesti in cui agiscono gli attori. La ricerca interpretativa fa quindi uso di tecniche che producono dati a bassa strutturazione (ossia le tecniche propriamente dette qualitative come l’intervista libera e l’osservazione esperienziale) per lo più dati testuali, ossia costituiti da testi di lunghezza più o meno ampia. Le tecniche per l’analisi dei dati sono quindi tecniche pensate per l’analisi dei testi, che fanno riferimento ad esempio all’ermeneutica o agli approcci fenomenologici.