La prevenzione HIV di Manuela Letizia

Il cambiamento di HAART

Il cambiamento delle terapie è una pratica clinica messa in atto sia per i pazienti con replica virologica soppressa, sia per i pazienti con guasto virologico [E1] [Es1]. I primi subiscono spesso tali mutamenti di regime nel tentativo di alleviare tossicità acute, controllare quelle croniche e migliorare la qualità della vita. Tale strategia sembra generalmente più sicura delle terapie fino a quel momento usate in quanto i benefici del nuovo regime devono essere pesati con le possibilità di incontrare nuove tossicità o l’aumento del rischio di guasto virologico.

La qualità della vita

Sono stati fatti molti progressi nel rendere le cure più semplici affinché i pazienti siano costanti nel seguirle. Nella seconda metà degli anni Novanta, la “Teoria della combinazione” è arrivata a far assumere i farmaci tre volte al giorno con acqua, o durante i pasti e con un elevato numero di pillole. Questi regimi complessi stanno per essere ridotti gradualmente verso terapie più semplici che utilizzano la combinazione di pillole della “fisso-dose” (che possono essere assunte per una sola volta al giorno) e l’uso di Ritonavir (Pi). Molti pazienti con soppressione virologica stabile possono avere, in questo modo, la possibilità di modificare i loro regimi e migliorare la qualità della vita.

Eventi clinici

Eventi, come lo sviluppo di infezioni opportunistic, sono collegati al cambiamento di HAART nei pazienti con soppressione virologica. I regimi terapeutici devono essere modificati se c’è una viremia rilevabile e alternative che accertino la soppressione dell’HIV e aumentino la ricostituzione del sistema immune. Infezioni come la riattivazione del virus dell’herpes, lo zoster, la polmonite, la lesione dell’epitelio, possono presentarsi in pazienti con soppressione virologica stabile e che non necessitano di cambiamenti terapeutici. Attenzione deve essere posta nell’interpretazione di eventi clinici che si presentino nei primi tre mesi dall’inizio del nuovo regime. In questo periodo infatti, i pazienti con un basso conteggio di CD4 possono avvertire una sindrome immune da ricostituzione che consiste in insolite manifestazioni di infezioni opportunistic (come ad esempio il Complesso avium del micobatterio, citomegalovirus e leucoencefalopatia). Si tratta di eventi che derivano da risposte immunitarie migliori all’infezione ma non rappresentano comunque un guasto del regime terapeutico scelto. Il trattamento, in questi casi, deve essere diretto contro l’agente patogeno opportunistic e con l’utilizzo di antinfiammatori se necessario.

Le cause del guasto virologico

Una volta che il paziente sia sicuro di avvertire un guasto virologico, bisogna capire quale sia la causa; se l’aderenza, la tossicità e motivi farmacocinetici possono essere esclusi, allora vi sono problemi nella terapia usata [E1] [Es1]. Prima di tutto bisogna rivedere con attenzione la storia antiretrovirale del paziente, il tipo di droghe usate, la durata del regime, gli effetti secondari, le tossicità, le risposte nei livelli di RNA dell’HIV e i conteggi di cellule CD4. Dopo di ciò è possibile valutare le probabili mutazioni di resistenza alle diverse droghe o a codici di categoria. Al paziente deve essere comunque consigliato di continuare la terapia attuale mentre si eseguono queste valutazioni in quanto l’interruzione potrebbe causare un aumento del livello di RNA dell’HIV o una diminuizione di cellule CD4. Inoltre, la certezza che il virus stia dando origine a mutazioni di resistenza alle droghe, la si può ottenere solo se il paziente sta continuando la terapia.

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Edurete.org Roberto Trinchero