Le Talassemie di Daniela Crestani

Terapia trasfusionale

La trasfusione di sangue rappresenta la terapia fondamentale nel trattamento della talassemia major [E1] [F1]. Lo scopo della terapia è quello di correggere l’anemia e quindi di sopprimere l’intensa attività eritropoietica del midollo osseo [E1] [f1].
Se non trattata con le trasfusioni, l’anemia condurrebbe a l’insorgenza di cardiomiopatie e alterazioni scheletriche.
La determinazione di un ottimale regime trasfusionale che richieda il minimo consumo di sangue [E1] [F1] senza compromettere nessuna delle funzioni vitali, è oggetto di discussione ancora oggi; attualmente si ritiene vantaggioso un regime medio e attraverso un complesso calcolo viene definita la quantità da trasfondere ogni 20-25 giorni.
Si trasfondono globuli rossi [I1] [E1] [F1], il concentrato eritrocitario dev’essere più fresco possibile, privo di leucociti e di piastrine. Le trasfusioni però apportano una grande quantità di ferro [E1] in eccesso, perciò c’è la necessità di ricorrere contestualmente anche alla terapia chelante.
Per effettuare la terapia trasfusionale [E1] [E2] [F1] sono necessarie grandi quantità di globuli rossi, questo pone il problema della carenza di sangue, infatti quest’ultimo può essere solo donato da persone volontarie idonee.
Il rischio di contrarre infezioni costituisce uno dei più importanti effetti negativi derivanti dal trattamento trasfusionale. Sono frequenti le infezioni da virus dell’epatite C (molto rare le infezioni da virus B), le infezioni da virus dell’HIV e altre infezioni, alcune tipiche dei paesi con meno controlli sul sangue trasfuso con ulteriori difficoltà per il malato.
Si riscontrano anche possibili reazioni trasfusionali [I1] [E1] [E2], come reazioni emolitiche in caso di incompatibilità fra il donatore di sangue e il ricevente. Può presentarsi durante o dopo una trasfusione di sangue con inconvenienti molto gravi. La prevenzione della crisi emolitica consiste oltre alla determinazione accurata dei gruppi sanguigni, a destinare effettivamente le sacche di sangue a quel determinato paziente. Le reazioni non emolitiche più frequenti riguardano la comparsa di febbre, cefalee, allergia.

   11/20   

Approfondimenti/commenti:

    Nessuna voce inserita

Inserisci approfondimento/commento

Indice percorso Edita
Edurete.org Roberto Trinchero