Le Proteine di Lorenzo Flora (flora.lorenzo@libero.it), Davide Romano (romandave@libero.it), Paola Carbone (tarantapao@virgilio.it), Vittorio Romanelli (vg67-g@libero.it)

La sintesi proteica

LA SINTESI PROTEICA

Il meccanismo della sintesi proteica [E1][F1]ha cominciato ad essere impostato sul piano strettamente biochimico dopo le osservazioni, compiute alla fine degli anni 50, che estratti acellulari erano in grado di operare l’incorporazione di amminoacidi marcati in strutture proteiche in presenza di acidi ribonucleici e di ATP. Dall’analisi dei risultati ottenuti e tenuto conto dell’assioma scaturito dall’esperienze di Bearle e Tatum degli anni 40, un gene una proteina, nasce quello che Crick chiama il dogma centrale della biologia, cioè che la sintesi proteica è il risultato della trasmissione della informazione contenuta nel DNA ad un RNA che la trasferisce quindi alla proteina:

DNA ---------------------------> RNA --------------------> Proteina

Trascrizione traduzione

Il processo biosintetico della proteina avviene infatti in due momenti distinti: uno nucleare dove il DNA viene “trascritto” nell’RNA messaggero che è complementare ad una delle catene del DNA ( con la sola differenza dell’uracile al posto della timida), ed uno citoplasmatico in cui il messaggio contenuto nell’mRNA è “tradotto” nella sequenza amminoacidica della proteina.

Perché la sintesi avvenga è inoltre necessario un altro momento, anch’esso citoplasmatico, in cui gli aminoacidi vengono trasformati in forma attiva che permetta loro di tradurre il messaggio portato dell’ mRNA. La forma attiva dell’ amminoacido è il suo corrispondente aminoacil-tRNA. E’ infatti il tRNA che funge da molecola adattatrice per il riconoscimento con l’mRNA.

E’ stato poi osservato che il luogo della sintesi , dove mRNA e tRNA si incontrano sono i ribosomi.

La formazione dell’ mRNA avviene ad opera della RNA polimerasi-DNA dipendente.

La trascrizione avviene solo su una delle catene del DNAA e procedendo la sontesi in direzione 5’ vesro 3’ fungerà da stampo la catenaa a direzione 3’ verso 5’.

Non tutti lgi RNA sono trascritti però dalla stessa catena del DNA, alcuni sono trascritti da una altri dall’ altra. Il frammento di DNA che trascrive una singola catena continua di mRNA è detto “unità di trascrizione”. Ogni gene o castrone trascrive l’mRNA per una proteina;

L’mRNA contiene l’informazione necessaria all’allineamento sequenziale delgi amminoacidi nella molecola proteica che deve essere biosintetizzata. Nasce quindi il problema di come si possano codificare 20 amminoacidi con 4 basi eterocicliche. Infatti i nucleotidi costituenti l’mRNA sono l’ AMP, il GMP, il CMP, e l’UMP, mentre gli amminoacidi che si ritrovano nelle proteine sono una ventina.

Da un punto di vista teorico, ragionando in termine di codice, è chiaro che da quattro parole (le quattro basi nucleotidiche) non possono corrispondere a venti ( i venti amminoacidi). Se il codice è di 2 lettere, essendo 4 le basi, si possono avere 16 possibilità, che sono sempre insufficienti a codificare gli amminoacidi proteici. Quindi il codice minimo deve essee di tre lettere, cioè una tripletta di nucleotidi, in questo caso le combinazioni sono 64, più che sufficienti a codificare i 20 amminoacidi.

Il problema della corrispondenza tra le triplette di nucleotidi e gli amminoacidi è stato risolto nel 1961 da Nirenberg e Matthaeii i quali osservarono che in un sostema acellulare sintetizzante proteine un acido poliuridilico sintetico (poliU) codificava la sintesi di un polipeptide contenente solo fenilalanina. In seguito fu dimostrato che in presenza di poliadenilato (poliA) si aveva incorporazione di sola lisina ed in presenza di policitidilico (poliC) di sola prolina.

Usando polinucleotidi sintetici contenenti due o più basi, Khorana ha allargato le conoscenze sui rapporti tra nucleotidi ed amminoacidi; Usando trinucleotidi a sequenza nota è stato possibile assegnare un amminoacido a quasi tutte le 64 triplette teoriche. E’ nato così quello che oggi è conosciuto come codice genetico costituito da 64 codon.

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Edurete.org Roberto Trinchero