Il verbo, la parola per
eccellenza, è il sasso nello stagno.
Quando il sasso piomba
nell’acqua una serie di onde si irradia dal punto in cui è avvenuto l’impatto.
L'effetto visivo è quello di cerchi concentrici che, a partire dalla sorgente,
si espandono sulla superficie.
In questo primo momento
si può sottolineare come, da un lato, il messaggio testuale non possa
prescindere dal verbo, dall’altro, come sia necessario considerare il verbo
l’elemento forte, propulsore dei legami sintattici e semantici all’interno
della frase.
Il primo cerchio generato
dalla caduta del sasso rappresenta il nucleo della frase, che comprende il verbo
e gli elementi assolutamente indispensabili a completarne il significato. Per
inserire nella metafora il tema della struttura argomentale del verbo, si
può pensare al verbo zerovalente come al sasso il cui impatto con la superficie
dell’acqua è sordo e secco e non causa schizzi, al verbo monovalente come al
sasso che, cadendo, provoca lo schizzo di una gocciolina d’acqua, a quello
bivalente come al sasso che ne provochi due e così via.
Sviluppando la metafora
della “radianza”,
si può introdurre ora il concetto della potenza emessa dalla sorgente. Lo
spazio tra un cerchio e l’altro diventa progressivamente più esteso a mano a
mano che ci si allontana dall’origine dell’ onda, dal punto d’impatto.
Questo riferimento può
essere utile a dimostrare quanto, procedendo verso i cerchi più periferici, i
legami col verbo si affievoliscano. In questo momento si può introdurre il
concetto dei “circostanti”, che hanno non hanno un rapporto immediato con
il verbo, ma con un elemento del nucleo e, di seguito, il concetto delle “espansioni”,
prive di contatto diretto con qualsiasi elemento del nucleo.
Non si può perdere
l’opportunità di far emergere quanto perfetto sia l’ordine che regola la natura.
Facile sarà l’assimilazione dell’armonia delle leggi della fisica a
quella della disposizione sintattica all’interno della frase.
L’attenzione dei ragazzi
sarà catturata dalla rappresentazione dei cerchi concentrici e dalla
contemplazione della bellezza del fenomeno – si potrà loro mostrare una sequenze
di fotografie suggestive, come quella riportata in copertina, facilmente
reperibili in Internet, per coinvolgere anche la sfera emotiva
nell’esperienza di apprendimento.
Si potrà richiamare la
loro attenzione su chi ha fatto piombare il sasso: questi potrà essere
identificato con il parlante, che elabora il messaggio e che calibra la forza
da imprimere all’azione comunicativa. Dalla sponda dello stagno, l’autore
del tiro studia gli effetti, le posizioni da assumere, per generare il miglior
gioco di cerchi possibile sullo specchio dell’acqua: sta elaborando una
strategia, al pari di come si comporta l’emittente del messaggio nel
definire una tattica comunicativa.
Esercitazioni per la verifica dell’efficacia
dell’intervento didattico.
Verrà proposta ai ragazzi
una serie di frasi con relativa rappresentazione grafica. I ragazzi dovranno
“riempire” le bolle d’acqua all’interno delle onde concentriche secondo lo
schema del verbo
zerovalente, di quello monovalente e così via.
Verrà fornito lo schema
vuoto da riempire con gli elementi della frase proposta.
1. Esempio di uso dello
schema con verbo monovalente
Il sasso che si immerge
nel fondo dello stagno con un solo schizzo nel nucleo
Frase: Mia figlia
Caterina corre per gioco
2. Esempio di uso dello
schema con verbo bivalente
Il sasso che genera due
schizzi nel nucleo
Frase: La sua amica
Emanuela legge un libro di fiabe tutte le sere per addormentarsi