La metodologia di analisi del mito di Claude Lévi-Strauss
Il mito – per Lévi-Strauss - tende a rispecchiare entro il suo ordine l’ordine che una società ricerca nell’universo, a ogni livello e all’interno di ogni ambito determinato
[F1]
[F2].
[F3]
La densità metaforica dei miti non è che il risvolto del fatto che questi permettano «l’intuizione di rapporti logici fra un dato campo e altri campi, nell’insieme dei quali [...] quantunque il pensiero riflessivo tenda a separarli» [Lévi-Strauss:443], il primo campo viene reintegrato
[I]
[E]
[F].
Traducendo in altri termini: attraverso i miti l’uomo tenta di produrre significato
[I]
[I2]
[E1]
[E2]
[F1]
[F2]
[ES]
Secondo Lévi-Strauss ciò avviene in maniera del tutto analoga alla produzione di significato nei sistemi linguistici:
inscrivendo il sistema di rapporti umani in un contesto cosmologico che sembra sopravanzarli da ogni parte, ma del quale abbiamo però dimostrato che, considerato nella sua totalità, è a essi isomorfo e che, a modo suo, può includerli e al tempo stesso imitarli, il pensiero mitico ripete un procedimento linguistico di cui è superfluo sottolineare l’importanza. Alludiamo alla reduplicazione, conosciuta in ogni lingua benché praticata in modo non uniforme.[Lévi-Strauss:444]
L’applicazione dei procedimenti della linguistica strutturale (e della fonologia jakobsoniana in particolare) all’ambito antropologico fa sì che ogni elemento presente in un dato sistema socio-culturale debba venire equiparato a un determinato segno all’interno di una struttura oppositivo-differenziale.
[E1]
[E2]
Come si è rilevato in precedenza, la fonologia sviluppata dal Circolo di Praga considera le unità di base della lingua, i fonemi, come tessere di un mosaico prive di per sé di qualsiasi significato, la cui giustapposizione, tuttavia, dà luogo a un valore differenziale.
Il sistema configurato dalla totalità di questi rapporti differenziali diviene, proprio in quanto organizza un insieme di segni che si relazionano delimitandosi reciprocamente, un sistema significante. Allo stesso modo, secondo Lévi-Strauss, «la verità del mito non risiede in un contenuto privilegiato, ma in rapporti logici privi di contenuto, o meglio, in rapporti le cui proprietà invarianti esauriscono il valore operativo, giacché fra gli elementi di un gran numero di contenuti diversi possono stabilirsi rapporti confrontabili».[Lévi-Strauss:316]
ESERCIZI
- La "verità" del mito secondo Lévi-Strauss risiede:
- nella densità metaforica
- in un contenuto privilegiato
- in una singola metafora
- nelle relazioni logiche in esso rinvenibili
19/31
|