Accanto ad un’anima riformatrice della Chiesa che portò alla riformulazione e sistemazione di dottrine e normative disciplinari, non mancò un’anima più strettamente repressiva e intransigente.
Tra le azioni maggiormente repressive un ruolo determinante ebbe la riorganizzazione voluta da papa Paolo III (incitato dall’intransigente cardinale Carafa, futuro Paolo IV) della Congregazione del Sant’Uffizio [E1], una commissione cardinalizia da cui dipendeva il tribunale dell’Inquisizione [I1] [I2] [I3] [I4] [E1] [E2] [E3] [F1] e da cui derivò una politica unitaria e accentrata dell’Inquisizione.
Eclatanti furono gli episodi legati alle figure di Giordano Bruno [I1] [E1] [S1] [F1] giustiziato sul rogo nella piazza romana di Campo de’ Fiori nel 1660, i processi contro Tommaso Campanella [I1] [E1] [S1] [F1] e Galileo Galilei [I1] [E1] [E2] [F1].
Un ulteriore passo verso una linea dura si ebbe in particolare sotto il pontificato di Paolo IV Carafa [I1] [E1] [S1] con il quale addirittura vennero interrotti i lavori del Concilio, in quanto considerata inutile la strada del dialogo. Il nuovo pontefice riteneva di dover restaurare la potenza della Chiesa attraverso una battaglia accanita contro le eresie e mediante una serie di provvedimenti di carattere disciplinare. Intervenne anche nella riorganizzazione della censura sulla stampa e fissò i criteri per la compilazione dell’Indice dei libri proibiti [I1] [E1] [S1] [F1] un catalogo contenente tutti i titoli dei libri che un buon cattolico non avrebbe mai dovuto leggere.
- Che cosa comportò la riorganizzazione della Congregazione del Sant’Uffizio?
- Per quale motivo papa Paolo IV Carafa interruppe i lavori del Concilio di Trento?
- Quali libri venivano indicati nell’Indice? Rifletti sulla relazione che tale strumento aveva con la libertà di pensiero e di espressione.