La pace di Augusta e la crisi dell'impero di Carlo V
In seguito ad una serie di guerre contro la Francia e contro i turchi, a [E1] [E2] [S1] [S2] [F1] fu impedito di volgere le forze militari contro i luterani, ma nel 1546 l'imperatore, alleatosi con il papa e avvalendosi dell'aiuto del duca Maurizio di Sassonia, si scaglio' contro la Lega di Smalcalda, l'alleanza difensiva dei principi protestanti. Le forze cattoliche furono all'inizio vittoriose; in seguito, pero' il duca Maurizio passo' al fronte luterano e Carlo V fu obbligato a trattare la pace. br>
La guerra civile religiosa termino' nel 1555, con la firma della pace di Augusta. Sottoscritta con i principi protestanti, tramite il fratello Ferdinando, essa sanciva la pacificazione religiosa in Germania, con l'entrata in vigore del principio cuius regio, eius religio, con cui si sanciva che i sudditi di una regione dovevano professare la religione scelta dal loro reggente. Era il riconoscimento ufficiale della nuova dottrina luterana. Da allora circa la meta' della popolazione tedesca e' luterana ed ebbe fine l'unita' religiosa dell'Europa occidentale sotto l'autorita' del papa.
All'indomani del fallimento dell'assedio di Metz e della mancata riconquista della Lorena, Carlo V entro' in una fase di riflessione: su se stesso, sulla sua vita e sulle sue vicende oltre che sullo stato dell'Europa. La vita terrena di Carlo V si stava avviando alla conclusione. I grandi protagonisti che assieme a lui avevano calcato la scena europea nella prima meta' del XVI secolo erano tutti scomparsi: Enrico VIII d'Inghilterra e Francesco I di Francia nel 1547, Martin Lutero nel 1546, Erasmo da Rotterdam dieci anni prima e Papa Paolo III nel 1549.
Il bilancio della sua vita e di cio' che aveva compiuto non poteva dirsi del tutto positivo, soprattutto in rapporto agli obiettivi che si era prefissato. Il suo sogno di Impero universale sotto la guida asburgica era fallito; come era fallito il suo obiettivo di riconquistare la Borgogna. Egli stesso, pur professandosi il primo e piu' fervente difensore della Chiesa di Roma, non era stato in grado di impedire l'affermarsi della dottrina luterana. I suoi possedimenti oltre-atlantico si erano accresciuti enormemente ma senza che i suoi governatori fossero stati in grado di dar loro delle valide strutture amministrative. Aveva pero' consolidato il dominio spagnolo sull'Italia, che sara' ufficializzato soltanto dopo la sua morte con la pace di Cateau-Cambresis nel 1559, e che sarebbe durato per centocinquanta anni.
Era riuscito, con l'aiuto del Granduca Ferdinando suo fratello, a fermare l'avanzata dell'Impero ottomano verso Vienna e il cuore dell'Europa. Carlo V cominciava a prendere coscienza che l'Europa si avviava ad essere retta da nuovi principi i quali, in nome del mantenimento dei propri Stati, non intendevano minimamente alterare l'equilibrio politico-religioso all'interno di ciascuno di essi. La sua concezione dell'Impero stava tramontando e cominciava ad affermarsi il potere della Spagna.
A questo punto degli avvenimenti, egli fu costretto a dover prendere decisioni importanti per il futuro della sua persona, della sua famiglia e degli Stati d'Europa sui quali si stendeva il suo dominio. Era giunto a 56 anni di eta' e la sua salute era alquanto malferma. Indotto dagli eventi, il nuovo papa Paolo IV, al secolo Gian Pietro Carafa, strinse una solida alleanza con il re di Francia in funzione anti-imperiale. Paolo IV, infatti, era un "cattolico integralista" il quale riteneva che l'imperatore non fosse piu' il baluardo della Chiesa di Roma contro gli attacchi provenienti dalla nuova dottrina luterana, soprattutto dopo il Trattato di Passau e la Pace di Augusta.
Ecco perche' ritenne opportuno stringere alleanza con la Francia. Dei figli di Carlo V, il principe Filippo ormai governava sia sulla Spagna che sulle Fiandre oltre che nel Regno di Napoli e nel Ducato di Milano e il matrimonio con la regina d'Inghilterra Maria Tudor, figlia dell'anglicano Enrico VIII, assicurava una salda alleanza antifrancese; il fratello Ferdinando aveva acquistato potere in tutti i possedimenti asburgici e lo esercitava con competenza e saggezza oltre che con notevole autonomia dall'imperatore.
I legami con il papa si erano ormai allentati, sia a causa delle risultanze della Pace di Augusta e sia per la svolta integralista subita dalla Chiesa di Roma con l'avvento del Carafa al soglio pontificio. Tutte queste considerazioni indussero Carlo V a decidere per la propria abdicazione, che ebbe luogo con una serie di passaggi successivi. Il 28 febbraio del 1558, i principi tedeschi, riuniti nella Dieta di Francoforte, riconobbero in Ferdinando il nuovo imperatore. Carlo usciva definitivamente dalla scena politica per morire nel settembre dello stesso anno.
- Spiega il motivo per cui la Pace di Augusta mette fine all'unita' religiosa in Europa.
- Cosa stabiliva il principio del reservatum ecclesiasticum?