Il circolo di Messalla
Marco Valerio Messalla Corvino (I1
- En1), nobile repubblicano, apprezzato oratore e validissimo generale, fu
inizialmente anticesariano e combatté a Filippi con Bruto e Cassio; passò
quindi dalla parte di Ottaviano e contribuì alla vittoria di Azio comandando
una parte della flotta. Riuscì a conservare una posizione di prestigio quando
Augusto divenne princeps, e fu suo
collega di consolato nel 31 a. C.. Nel 30 a.C. compì una vittoriosa spedizione
in Gallia contro gli Aquitani, in seguito alla quale, nel 27 a.C., ottenne gli
onori del trionfo.
Eminente uomo politico, raccolse
intorno a sé un circolo letterario di cui Tibullo fu l’esponente principale;
lo stesso Corpus Tibullianum è un documento prezioso dell’attività del
circolo. Quest’ultimo, come risulta da due elegie del I libro, fece parte
della cohors amicorum, del seguito di
Messalla, seguendolo in diverse spedizioni.
La critica ha discusso a lungo
sulla funzione del circolo di Messalla Corvino nell’ambito della cultura
augustea, e dei suoi rapporti con quello di Mecenate, che appare invece
un’emanazione diretta del principe e della sua ideologia. Anche se secondo
alcuni non vi furono sostanziali differenze fra i singoli circoli augustei,
Mecenate e Messalla ebbero origine e formazione culturali differenti, così come
diverse furono le loro vicende durante la guerra civile, il che non poté non
influire sul loro atteggiamento nei confronti di Augusto.
L’adesione
di Messalla alla politica di Ottaviano fu infatti tardiva anche se, una volta
schieratosi dalla parte del futuro principe, lo servì fedelmente e ne approvò
la politica. Tuttavia, ciò non lo indusse mai a farsi aperto propagandista
dell’ideologia del principato. Messalla non si staccò mai da Augusto, non gli
fu mai ostile, ma volle una propria autonomia privata, di sua scelta, certo non
approvando tutto quello che l’imperatore faceva: nutrì forse una forma intima
di disapprovazione, più che di opposizione al regime. «Nel circolo letterario
che si riunì intorno a Messalla sono presenti spunti graditi ad Augusto, ma in
misura minore e più sfumata che nelle opere dei letterati del circolo di
Mecenate» (Fedeli). Senz'altro questo circolo fu governato da minori condizionamenti politici e ansie d'appartenenza: di certo le relazioni non avevano l'aura di 'ufficialità' che caratterizzava tutto quanto gravitasse intorno ad Augusto.
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