Competenze comunicative e apprendimento linguistico di Daniela Fiorio, Annamaria Nigro

Morfologia

La morfologia è il settore della linguistica che studia la forma delle parole e i diversi fenomeni che portano alla loro formazione e trasformazione. 

Questo termine è un calco dotto, basato sul tedesco Formenlehre, cioè “studio della forma”, costruito usando le radici tratte dal greco antico morphé  e logia.


L’elemento base di questa disciplina è il morfema, cioè la più piccola parte portatrice di significato presente all’interno di una lingua.

L’ambito di studi della morfologia [I] , [F1], [F2], [F3] , [E1] , [E2] viene tradizionalmente suddiviso in:

 1) morfologia flessiva: si occupa delle norme, contenute in una lingua, relative all’assegnazione alle parole delle informazioni grammaticali [ES] (come numero, genere, caso, persona, tempo, modo) attraverso l’unione dei morfemi flessivi (desinenze) al tema lessicale (es: cant – o, cant – iamo, cant – ava…);

 2) morfologia derivativa: studia le regole di formazione di parole nuove. All’interno di questo settore vengono analizzati i principali dispositivi morfologici che portano all’arricchimento lessicale endogeno di una lingua:

  • la derivazione o affissazione  cioè l’assegnazione di prefissi, infissi e suffissi al tema lessicale (es: muro - muratore) (1);

  • la composizione cioè l’associazione di due o più temi lessicali per la formazione di un’unica unità lessicale nuova” (2). Il processo morfologico della composizione coinvolge quasi tutte le parti del discorso tranne la congiunzione e l’avverbio, ad esempio in italiano sono possibili composti formati da verbo + nome (portalettere, scacciapensieri), nome + nome (capotreno, centrocampo), agg. + agg. (agrodolce) ecc…

Lo studioso Michele Loporcaro, riflettendo sulle differenze tra derivazione e composizione in un dizionario di linguistica (3), rileva che, mentre gli affissi non possono essere considerati come unità lessicalmente autonome (-oso, -ale, -ino ecc…), le sottounità che concorrono alla formazione di un composto sono invece, da questo punto di vista, pienamente autonome (es: lava piatti, asciuga - mano). 


Domande-chiave per la verfica

Qual è la  differenza tra morfologia derivativa e morfologia flessiva?


Per un ulteriore approfondimento

 1)     Le regole derivative possono portare al cambiamento della categoria sintattica della base su cui agiscono (es: noia – noioso, da nome a aggettivo attraverso la suffissazione) ed essere applicate più volte (ricorsività) (es: casa – casetta - casettina).  Bibliografia: Scalise S., Inflections and Derivation, in “Linguistics”, XXVI, n. 4, pp. 561 - 81

2)     Dizionario di linguistica, a cura di Gian Luigi Beccaria, Einaudi, 1996, pag 493.

3)     Op. cit., pag. 207 - 208

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Edurete.org Roberto Trinchero