Sintassi
La
sintassi [I] è tradizionalmente definita come la branca della linguistica [I1] , [I2] ,
[F] , [E1] ,
[E2]
che studia
le modalità attraverso le quali le parole si combinano in frasi. Questa
definizione, secondo Tullio Telmon, risulta però problematica poiché sceglie
come componente sintattico minimo la parola, concetto non chiaramente
definito dal punto di vista teorico.
La linguistica [F1] , [F2]
attuale riconosce come unità sintattiche essenziali il sintagma,
cioè “due o più elementi linguistici linearmente ordinati nella catena fonica”
(1)
, e la frase e, al loro interno, si occupa di analizzare le regolarità che si
rilevano nelle relazioni tra le categorie grammaticali. Ad esempio, nella lingua
italiana, la struttura della frase presenta un ordine dei sintagmi abbastanza
libero (posso dire: Sabato mattina vedrò il film o Vedrò il film
sabato mattina), mentre l’ordine dei costituenti all’interno del sintagma è
vincolato (non posso dire infatti: Sabato mattina vedrò film il).
Nelle
diverse lingue i componenti principali della frase, cioè soggetto (S), verbo (V)
e oggetto (O), si possono combinare tra di loro in sei diversi modi, tra i quali
l’ordine SVO e SOV risultano più frequenti.
All’intero
di una frase complessa o periodo si possono individuare due possibili modi di
costruzione sintattica: la coordinazione e la subordinazione. La subordinazione
(ipotassi) istaura un legame di dipendenza strutturale tra due elementi
linguistici, mentre la coordinazione (paratassi) mette in relazione due o più
elementi linguistici che hanno la stessa funzione sintattica. L’uso della
costruzione ipotattica risulta più difficile e richiede una buona competenza
linguistica da parte del soggetto, per questa ragione essa è poco utilizzata nel
linguaggio parlato, meno sorvegliato, fatta eccezione per la subordinazione di
tipo relativo.
Domande-chiave per la
verifica
Per un ulteriore
approfondimento
(1)
Dizionario di linguistica, a cura di Gian Luigi Beccaria, Einaudi, 1996,
pag. 668
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