LA REPUBBLICA: LIBRO X
Contenuto del libro X [I1] [I2] [E1] [F1] [Es1]: la discussione torna sulla poesia e l'imitazione, e si opera la distinzione teoretica tra le idee, gli oggetti sensibili e gli oggetti dell'arte.
Il poeta e il pittore imitano gli oggetti sensibili, ovvero ciò che è come appare: la loro arte, imitazione dell'apparenza, è perciò tre gradi lontana dalla verità (“copia della copia”). L'imitatore non ha né scienza né retta opinione di ciò che imita; l'arte genera illusione e si rivolge alle passioni e alle parti inferiori dell'anima, come dimostrano gli effetti negativi che la poesia tragica e comica producono sugli spettatori. Così Omero [I1] [E1], e più in generale la poesia, vanno banditi dalla città ideale.
L'accenno alle ricompense assegnate alla virtù dopo la morte offre a Socrate l'aggancio per dimostrare l'immortalità dell'anima. Innanzitutto l'anima non perisce né per il male suo proprio, cioè l'ingiustizia, né per il male altrui, cioè del corpo. Il numero delle anime non è soggetto a variazioni. La composizione dell'anima è perfetta, ma la si può contemplare nella sua purezza solo dopo che si è staccata dal corpo. Si passano infine in rassegna i premi concessi alla virtù e alla giustizia dagli uomini nella vita terrena e dagli dèi in quella ultraterrena. L'opera si conclude con il mito di Er [I1], che in una grandiosa rappresentazione della struttura dell'universo, governato da una perfetta armonia, descrive il giudizio cui le anime vengono sottoposte nell'aldilà e la loro reincarnazione.
ESERCIZI:
1) Riassumi brevemente il contenuto del decimo libro de La Repubblica
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