LA REPUBBLICA: LIBRO VI
Contenuto del libro VI [I1] [I2] [E1] [F1] [Es1]: il filosofo deve governare perché è il solo a conoscere l'essere e la verità; inoltre è sincero, temperante, disprezza i beni mondani, apprende con facilità e possiede l'armonia interiore.
Adimanto però obietta che i filosofi sono persone strane e inutili allo Stato. Attraverso l'allegoria della nave Socrate spiega che ciò accade negli Stati esistenti, governati da demagoghi.
Il filosofo non è malvagio, ma l'ambiente in cui vive può corromperlo, poiché anche le migliori nature sono corruttibili, se male educate; tale azione corruttrice è dovuta al volgo e ai Sofisti [I1] [I2] [F1]
[Es1], indegni seguaci della filosofia. Il filosofo si corrompe per compiacere il volgo, e pochi riescono a mantenersi coerenti isolandosi dalla massa.
Nessuna delle costituzioni vigenti conviene alla filosofia: solo la città ideale consente ai filosofi di svolgere la propria opera e di convincere il popolo. L'educazione dei filosofi deve mirare alla disciplina più alta, avente come oggetto il Bene [I1] [I2] [Es1]
A questo punto si rende necessaria la definizione dell'idea [I1]
[I2]
[I3]
[Es1]
del Bene, di cui Socrate coglie l'analogia con il sole: come il sole, pur dando vita, colore e nutrimento agli oggetti sensibili, non si identifica con essi, così il bene permette la visione del mondo intellegibile e lo trascende. L'analisi prosegue con l'immagine della linea divisa in quattro segmenti, che rappresentano quattro tipi di oggetti del conoscere: immagini, oggetti sensibili, concetti scientifici e idee. I primi due concernono il mondo sensibile, i secondi due il mondo intellegibile. Ad essi corrispondono quattro gradi di conoscenza: immaginazione, assenso, riflessione e intelletto.
ESERCIZI:
1) Riassumi brevemente il contenuto del sesto libro de La Repubblica
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