Sistema
Secondo Saussure, dunque, il significato di un termine viene a prodursi a partire dal sistema di differenze che costituisce, in ultima analisi, il sistema della lingua. La parola “gatto”, che identifica un contenuto determinato, non possiede in sé e per sé alcun significato, ma lo trova soltanto all’interno di una rete differenziale in cui compaiono altri termini che da esso si distinguono: ad esempio “ratto”, “patto”, “getto”, “gallo”, ecc.
Nella lingua i valori si determinano reciprocamente per esclusione e all’interno di una coesistenza di distinzioni, mentre ogni nuova introduzione di segni tende a modificare l’equilibrio raggiunto e a spostare le attribuzioni di valore.
In termini più espliciti, e come sottolineerà la linguistica post-saussuriana, il danese Louis T. Hjelmslev
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[ES1]
(1899-1965) in particolare, ogni lingua suddivide il campo del significato in maniera differente: il francese “bois”, ad esempio, indica tanto ciò che noi italiani chiamiamo “bosco” quanto ciò che specificamente indichiamo con il termine “legno”. Il danese “skov”, invece, denota la realtà significata dai nostri “bosco”, “foresta” e, in misura parziale, “legno”.
La suddivisione operata dà dunque luogo a una differente segmentazione della realtà, o meglio, di quella porzione di realtà che si assume come “significata” dai processi linguistici. Così, «l’idea extralinguistica di un agglomerato ristretto di piccoli alberi, opposto all’idea di un ammasso di legname e a quella di un agglomerato vasto di grandi alberi non precede il sistema, nasce dalla struttura della lingua che conferisce un valore di posizione nel sistema ai termini, qualificandoli semanticamente per la differenza che mostrano rispetto ad altri termini una volta comparati al sistema di un’altra lingua» [U.Eco: 260].
Le ricerche di Hjelmslev cercano pertanto di dimostrare come uno sguardo sistematico-strutturale possa venire esteso anche alla ripartizione del campo del significato, fondando di fatto quella che viene definita una “semantica strutturale”. Con ciò viene riproposta (ma a livello semantico, appunto) una prospettiva che non ammette alcun valore positivo presente “in sé” all’interno degli elementi costitutivi di una lingua, ma soltanto differenze di distribuzione. Fondamento ultimo dei processi di significazione, secondo Hjelmslev, è la distinzione tra un piano del contenuto e un piano dell’espressione e, all’interno di ogni piano, un’ulteriore spartizione tra una sostanza e una forma del contenuto (ossia, tra il cosmo del significato aperto da una cultura e la segmentazione operata da un linguaggio determinato), e tra una sostanza e una forma dell’espressione (tra il materiale espressivo, sia esso suono, segno grafico ecc., e l’ordine codificato costituito attraverso questo materiale).
ESERCIZI
- Cosa intende Louis T. Hjelmslev con "campo del significato"?
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