La sindrome di Down
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[S17]
[E20]
[F11]
[I19]
o trisomia 21, è la più frequente delle trisomie autosomiche, con una prevalenza
complessiva di un caso su 600-700 nascite. L'età materna è un fattore
determinante la probabilità di nascita di un figlio Down: si passa da una
probabilità di 1/2.500 prima dei 20 anni, ad una di 1/700 tra i 30 e i 34 anni,
1/230 tra i 35 e i 39 anni, 1 /60 tra i 40 e i 44 anni, fino ad una probabilità
di circa 1/50 se l'età materna supera i 45 anni. Peraltro, si deve ricordare che
la nascita di un neonato Down è solo la punta dell'iceberg, in quanto l'80% dei
feti affetti viene abortito spontaneamente.
Il fenotipo della sindrome di Down è
caratterizzato da ritardo mentale, in genere associato a carattere mansueto e
socievole, e da una serie di malformazioni, non tutte contemporaneamente
presenti. Le più tipiche comprendono: bassa statura, rima palpebrale obliqua (da
ciò il vecchio termine, ormai obsoleto, di "mongolismo"), naso appiattito, bocca
semiaperta con lingua grossa e solcata, spesso protrudente, orecchie prominenti
con lobuli assenti, occipite piatto, collo corto e tozzo, mani tozze con mignoli
arcuati, anomalie delle pliche palmari. Frequenti le malformazioni di organi
interni, particolarmente a carico degli apparati cardiovascolare e renale. Vi
può essere una deficienza della reattività immunologica. I soggetti affetti da
sindrome di Down vanno più facilmente incontro a processi neoplastici e mostrano
una incidenza di leucemia linfatica acuta pari a 20 volte quella della
popolazione generale.
L'aspettativa media di vita di questi pazienti
è modesta, soprattutto a causa della elevata frequenza di malformazioni
cardiache e renali, nonché di infezioni, specialmente respiratorie. Anche se
negli ultimi decenni tale aspettativa è andata progressivamente allungandosi,
grazie alla migliore assistenza sanitaria di questi soggetti, la vita media di
quelli che superano il periodo perinatale e le prime settimane o i primi mesi di
vita è dell'ordine dei 25-30 anni. Le donne affette dalla sindrome di Down sono
in rari casi feconde, i maschi costantemente sterili.
Dal punto di vista genetico, di questa sindrome
si distinguono tre varianti:
a) la forma classica, comprendente circa il 90%
dei casi, è dovuta ad una non-disgiunzione meiotica del cromosoma 21,
nella gametogenesi per lo più materna. Questa forma della malattia è sporadica e
non mostra familiarità: il rischio che una coppia con un figlio affetto possa
generarne un altro è dello stesso ordine di grandezza di quello della
popolazione generale di pari età materna;
b) in circa il 3-4% dei casi è presente un
mosaicismo: in questa situazione la trisomia 21 si trova solo in una
percentuale, variabile da caso a caso, delle cellule del paziente. Il mosaicismo
deriva da una non-disgiunzione mitotica in una fase più o meno precoce dello
sviluppo dello zigote. Il fenotipo è molto vario, quasi sempre più lieve
rispetto a quello della forma classica, talora ai limiti della norma, anche se
il grado di ritardo mentale è difficilmente prevedibile;
c) molto prima dei progressi della citogenetica
erano stati osservati casi di familiarità della sindrome di Down (presenza di
più casi nella genealogia, di più di un caso tra i figli di una coppia, fino
alla rara possibilità che una donna affetta non sterile generi un figlio Down).
La trisomia 13 (sindrome di Patau)
[I20]
[E21]
[S18]
[F12] ha una frequenza di
1/5000 nati, non influenzata dall'età materna. Gli aspetti somatici sono
rappresentati da ritardo di crescita, microftalmia (una malformazione che rende
uno od entrambi gli occhi più piccoli del normale sebbene possano risultare
strutturati in maniera normale.), orecchie malformate, palatoschisi,
(malformazione congenita del palato), polidattilia (consiste in una
malformazione in cui le dita della mano possono essere in ecceso), piede
convesso ("a base di dondolo"); si associano malformazioni cardiache e renali.
Rara la sopravvivenza oltre i primi mesi di vita.
La trisomia 18 (sindrome di Edwards)
[I21]
[E22]
[S19]
[F13]
(frequenza 1/8000 nati), più frequente nelle femmine, è, al contrario della
trisomia 13, significativamente correlata con l'età avanzata della madre. Gli
aspetti somatici comprendono ritardo di crescita, occipite prominente, orecchie
malformate, micrognatismo, sterno breve, bacino piccolo, lussazione bilaterale
dell'anca; anche in questa malattia si associano malformazioni cardiache e
renali. La morte sopravviene entro i 6 mesi di vita.