Diritto Internazionale Umanitario di Serena Covella

ESERCIZI E VERIFICA

PARTE PRIMA
ESERCIZIO 1)
ANALISI DELLE AMBIGUITÀ, DELLE CONTRADDIZIONI E DELLE MANCANZE PRESENTI NELLA DIDU DEL 1948.

La Dichiarazione non è vincolante sul piano giuridico:
LETTURA DELL’ articolo 29 che indica quali sono le limitazioni ammissibili nell’applicazione di diritti umani: esse vanno determinate in base alla legge nazionale, alla morale, all’ordine pubblico e al benessere generale di una società democratica. Si tratta, come si vede, di concetti assai vaghi, oggetto di una maggiore definizione da parte della legislazione dei singoli stati.

Ambiguità:
LETTURA DEL paragrafo I dell’articolo 29 che prescrive che ogni individuo ha dei doveri nei confronti della comunità in cui vive, senza però precisare quali sono questi doveri e come si devono coniugare con la personalità di ogni individuo.
LETTURA DELL’articolo 28 per la genericità con cui si afferma che «ognuno ha diritto ad un ordine sociale ed internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati», senza però specificare quali caratteri dovrebbe aver un ordine sociale propizio al rispetto dei diritti e a quali condizioni questi diritti devono esser osservati.

Lacune:
non sancisce il diritto dei popoli all’autodeterminazione (proclamato, invece, nel 1960, nel 1966 e nel 1970, con atti solenni dell’Assemblea Generale), il diritto di petizione per le vittime delle violazioni dei diritti umani (riconosciuto dal Patto sui diritti civili e politici del 1966) e il diritto dei gruppi e dei popoli oppressi a ribellarsi contro un regime dispotico, qualora non esista altra via pacifica.(VEDI ESERCIZIO 3)

ESERCIZIO 2)
LETTURA GUIDATA DEGLI ARTICOLI PIÙ SIGNIFICATIVI DELLA DIDU DEL 1948.
La lettura in classe degli articoli richiede una partecipazione attiva da parte degli alunni, in modo che riescano ad individuare il loro significato, al di là della solenne retorica, e a collocarli nella tipologia giusta (diritti umani, sociali, politici, economici e culturali), per rintracciare gli elementi di ambiguità e di contraddittorietà, nonché le varie influenze ideologiche delle potenze che parteciparono alla convocazione delle Nazioni Unite per redigere la Dichiarazione (i Paesi dell’America Latina, i paesi del blocco sovietico e i grandi Paesi asiatici dalle diverse tradizioni culturali, religiose e politiche.)

L’analisi dovrà partire dagli articoli in cui sono sanciti i diritti fondamentali che appartengono alla tradizione giusnaturalista (articoli 1-21). Gli alunni saranno invitati a distinguere da soli i diritti politici e civili.

principi approvati sotto la pressione dei Paesi socialisti:
l’articolo 22 fa da preambolo a questa serie di diritti di carattere economico-sociale, che pongono l’accento sull’ambiente sociale in cui l’individuo vive (articoli 22-27).
Di particolare interesse sono l’articolo 28, in cui viene ribadita la necessità di «un ordine sociale ed internazionale» che garantisca il rispetto dei diritti, e l’articolo 29 che include il riconoscimento dei doveri dei cittadini nei confronti della comunità in cui vivono e dell’idea che i diritti sono ammissibili solo se esercitati in modo coerente con i fini e i principi dell’Onu e nel rispetto dei diritti di altri individui o gruppi. In merito a queste norme sarebbe opportuno promuovere il senso critico degli allievi sulla funzione e sulla validità di un organismo sopranazionale nel quadro internazionale.

ESERCIZIO 3)
ESERCIZIO DI CONFRONTO

Per riflettere ulteriormente sui parametri della storicità, dell’universalità e della tutela vincolante dei diritti si possono analizzare e confrontare
- i due Patti delle Nazioni Unite sui diritti umani approvati il 16 dicembre del 1966,
- la Convenzione europea dei diritti dell’uomo firmata a Roma il 4 novembre 1950
- la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea firmata a Nizza il 7 dicembre 2000.

Si inviteranno gli studenti – dopo averli suddivisi in piccoli gruppi per un breve esame dei testi – ad individuare differenze evidenti nell’impianto e nella articolazione di queste carte rispetto alla Dichiarazione del ’48 in relazione ai parametri indicati.
Dopo una rapida analisi di gruppo sarà sollecitata una discussione sui risultati al fine di poter individuare alcuni punti fermi.

PARTE SECONDA
ESERCIZI DI RICERCA E CONFRONTO TRA CONVENZIONI


ESERCIZIO 1)
DIRITTI UMANI E DIRITTO INTERNAZIONALE UMANITARIO : le Dichiarazioni Universali in ambito di rifugiati.

I- Si parte dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 al fine di analizzare se e come il più importante testo sui diritti umani affronti il tema dei rifugiati.
L’attività verrà svolta in plenaria sotto la conduzione dell’insegnante:
al fine di individuare i riferimenti ai rifugiati si procederà alla lettura e commento:
dell’articolo 14 che afferma il diritto di ognuno di chiedere e beneficiare, in altri paesi, dell’asilo contro le persecuzioni, a meno che non sia ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.
Si evidenzierà che gli stati hanno, poiché la Dichiarazione è un testo non vincolante, spesso interpretato questo articolo, nella pratica, come diritto di cercare l’asilo, ma non necessariamente di ottenerlo. Nonostante tali limiti, dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo sono derivati tutti gli sviluppi in materia di protezione internazionale dei rifugiati
II - Analisi dei diritti dei rifugiati sanciti dalla Convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951
al fine di individuare i riferimenti ai rifugiati si procederà alla lettura e commento
- dell’ articolo 1: “è rifugiato colui che temendo a ragione d’essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trovi fuori del paese di cui è cittadino e non possa, o non voglia, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo; oppure colui che, non avendo una cittadinanza e trovandosi fuori del paese in cui aveva la residenza abituale, non possa o non voglia tornarvi per i motivi di cui sopra”.
La riflessione deve condurre a far emergere i seguenti aspetti stabiliti dalla Convenzione:
1) la definizione di rifugiato,
2) i diritti e gli obblighi inerenti a tale status
3) costituisce attualmente lo strumento più importante per la protezione internazionale dei rifugiati, in quanto vincolante per tutti gli stati che vi hanno aderito (ben 128). Essa, infatti, assicura ad esso diritti economici, sociali, culturali e civili, e soprattutto elimina le difficoltà di ordine amministrativo e giuridico a cui il rifugiato, se non protetto, sarebbe esposto in quanto straniero,
4) regolamenta la concessione dei documenti di viaggio e di identità e protegge contro l’espulsione e il respingimento alla frontiera.
- Art. 8. Stabilisce che il rifugiato non potrà essere sottoposto a misure eccezionali restrittive della libertà solo perché formalmente possiede ancora la nazionalità del paese da cui è scappato.
- Art. 12. Stabilisce che lo status personale del rifugiato è regolato dalle leggi dello Stato in cui risiede e non da quelle dello Stato di cui ha la cittadinanza formale, con il quale non ha più rapporti di nessun tipo.
- Art. 32. Per quanto riguarda i problemi legati all’ingresso nel paese d’asilo la Convenzione dispone che il soggetto che entra irregolarmente in tale paese, se proviene direttamente dal paese da cui è fuggito non deve essere punito per tale irregolarità: si farà notare agli alunni che il legislatore si è reso conto che spesso un perseguitato non ha possibilità di seguire le procedure formali di ingresso ed è costretto spesso ad una fuga in clandestinità. Vieta allo Stato in cui il rifugiato risiede di espellerlo, se non per motivi di sicurezza nazionale o di ordine pubblico, e così limita al massimo le possibilità di espulsione del rifugiato, in considerazione del fatto che un ritorno nel paese d’origine lo porrebbe in pericolo di essere perseguitato.
- Art. 33. Afferma l’importantissimo principio del non-refoulment, cioè il divieto di respingere forzatamente un rifugiato verso le frontiere di uno Stato in cui la sua vita o libertà siano minacciate. E’ un principio fondamentale perché garantisce al rifugiato una protezione temporanea e comunque la sicurezza di non essere respinto nel paese da cui è scappato; la sua importanza è confermata dal fatto che deve essere rispettato da tutti gli stati, anche da quelli che non hanno sottoscritto la Convenzione, in quanto principio consuetudinario valido in tutta la comunità internazionale.
III – Analisi di altri atti che integrano la protezione internazionale dei rifugiati:
Lavoro di gruppo: l’insegnante suddivide la classe in 4 gruppi di lavoro e assegna a ciascun gruppo copia dei seguenti documenti [vedere link sullaparola rifugiato per percorso storico e documenti reperibili online sull'argomento]
- Dichiarazione sull’asilo territoriale del 1967, approvata dall’ONU.
- Protocollo relativo allo status di rifugiato, approvato sempre nel 1967 dall’Assemblea Generale dell’ONU.
- Convenzione sugli aspetti specifici dei rifugiati in Africa del 1969.
Ogni gruppo dovrà presentare ai compagni il proprio documento introducendone le novità e differenze rispetto a quelli analizzati precedentemente sullo stesso argomento e commentandone almeno 3 articoli che ritiene particolarmente significativi.
Il 4° gruppo si occuperà (sempre sotto la supervisione del docente) di ricercare online materiale onde poter spiegare ai compagni la classificazione dei richiedenti asilo in: Rifugiato de facto, Rifugiati in orbita, ambientali, Immigrati (detti impropriamente anche rifugiati economici)
IV – Casi di violazioni dei diritti dei rifugiati
Presentazione di alcuni casi di violazione dei diritti dei rifugiati tratti dai Rapporti Annuali ufficiali, dalla rivista mensile o dal sito web di Amnesty International, il movimento internazionale di difesa dei diritti umani, indipendente da qualsiasi governo, parte politica, interesse economico e credo religioso, e premio Nobel per la Pace nel 1977.
Questo tipo di lavoro può essere condotto in plenaria con tutta la classe fornendo fotocopie dei casi ritenuti più significativi in rapporto alle tematiche trattate o che si vogliono introdurre; può essere oggetto di navigazione individuale in aula informatica (ove si disponga di un aula informatica con un numero sufficiente di postazioni con collegamento internet) o di ricerca/lavoro di gruppo da assegnare a casa. Importante è sottoporre sempre a elaborazione (presentazione orale alla classe, elaborazione di una presentazione power point, di una relazione scritta) e riscontro con docente e gruppo classe il materiale reperito online. Sempre nell’ambito delle testimonianze e percorsi didattici strutturati sull’argomento da ripercorrere in classe, o da utilizzare per la ricchezza di spunti e testimonianze si segnala l’Itinerario per studenti delle scuole superiori sui diritti umani e il diritto d’asilo La lettura non va in esilio, ed il sussidio didattico destinato agli studenti, che presenta un percorso a schede su otto argomenti Nei panni dei rifugiati progetto della Fondazione Centro Astalli onlus e patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

ESERCIZIO 2)
DIRITTI UMANI E DIRITTO INTERNAZIONALE UMANITARIO : le Dichiarazioni Universali inerenti latortura.

In preparazione alla verifica finale e secondo un livello crescente di autonomia, una volta acquisite nelle esercitazioni precedenti metodologia e conoscenze indispensabili all’analisi dei documenti, si imposterà il seguente lavoro di gruppo: dato un tema e i riferimenti di Diritto Internazionale Umanitario entro il quale esso si sviluppa, starà ai ragazzi il reperimento dei materiali, l’analisi delle fonti e la ricerca di casi (tramite reportages, articoli di giornale) di violazione. Ogni gruppo presenterà ai compagni, come esito finale del lavoro di ricerca e analisi condotto, una presentazione in power point del caso di attualità scelto del quale saranno evidenziati il contesto storico e politico, gli attori coinvolti, le violazioni in riferimento agli articoli delle convenzioni indicate dal docente per l’argomento tortura.
- Terza Convenzione di Ginevra (1929), sul trattamento dei prigionieri di guerra: articoli 3, 5; 12-16.
- Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (1948), art. 5. - Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (1966), art. 7. - Convenzione contro la tortura (1984), articoli 1 (co.mma1); 2 (comma 2); 10 (comma 1); 11; 16; 17 (comma 1).
N.B. E’ possibile approfondire con la stessa metodologia altri temi quali La pena di morte, i diritti dell’infanzia, i diritti della donna, le armi non convenzionali; ad un percorso generale e introduttivo volto a fornire ai ragazzi gli strumenti di diritto Internazionale Umanitario, seguiranno cioè gli approfondimenti tematici che l’insegnante/la classe riterranno opportuno/di loro interesse/ di particolare rilievo attuale sviluppare.

PARTE TERZA
VERIFICA FINALE (tempo 3 ore)

La verifica dell’unità didattica vuole essere una “prova generale” di un’ipotetica traccia della prima prova dell’esame di maturità. I ragazzi dovranno portare a scuola tutti i documenti del “dossier tortura” e del “dossier rifugiati”, ovvero gli articoli analizzati in classe (o autonomamente nel secondo lavoro di gruppo) che il docente avrà distribuito/che i ragazzi avranno reperito online. Essi dovranno sceglierne da un minimo di 2 a un massimo di 5 e utilizzarti come fonti per il proprio elaborato: un saggio breve (max. 4 facciate di un foglio protocollo con margini) o un articolo di giornale (max. 100 righe).

La valutazione, come all’esame di maturità sarà in quindicesimi e terrà conto sia dell’organicità del contenuto – soprattutto in relazione ai documenti scelti – sia della capacità di rielaborazione personale delle tematiche affrontate in classe.
Si suggeriscono due tracce da sviluppare a scelta:
1) “Una crudeltà consacrata dall'uso nella maggior parte delle nazioni è la tortura del reo mentre si forma il processo, o per constringerlo a confessare un delitto, o per le contradizioni nelle quali incorre, o per la scoperta dei complici, o per non so quale metafisica ed incomprensibile purgazione d'infamia, o finalmente per altri delitti di cui potrebbe esser reo, ma dei quali non è accusato.” Prendendo spunto da questo brano tratto da “Dei delitti e delle pene”(1764) di Cesare Beccaria, esponi le tue riflessioni riferendoti alle tematiche affrontate in classe e basando il tuo ragionamento sui documenti scelti: dai tempi di Beccaria ad oggi, che cosa è cambiato in merito all’abolizione della tortura?
2) Il nostro paese da più di cinquant'anni vive in pace, ma la generazione dei nostri nonni è ancora in grado di raccontare vicende personali legate alla seconda guerra mondiale. Per poco, e per distanze brevi, anche alcuni di loro sono stati "sfollati", costretti cioè a lasciare le loro case per cercare rifugio e riparo in città o paesi diversi dal proprio. Esponi le tue riflessioni sul tema riferendoti alle testimonianze che hai raccolto e all’analisi condotta in classe dei diversi strumenti di diritto Internazionale Umanitario per la tutela dei diritti dei rifugiati.

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Indice percorso Edita
Edurete.org Roberto Trinchero