Le malattie mendeliane sono il risultato di alterazioni che riguardano singoli
geni. L'alterazione genetica può portare alla formazione di una proteina
alterata o a una riduzione nella quantità del prodotto genico. Le
mutazioni possono interferire con la sintesi proteica influenzando la
trascrizione, la maturazione o la traduzione dell'mRNA. Gli effetti fenotipici
di una mutazione possono essere diretti, se dipendono da alterazioni nella
proteina codificata dal gene mutato, o indiretti, se dipendono dalle interazioni
della proteina mutata con altre proteine normali.
In pratica qualsiasi proteina può essere coinvolta nell'insorgenza di una
malattia monogenica e tramite molteplici meccanismi. In un certo senso, la
modalità di trasmissione della malattia è legata al tipo di proteine colpito
dalla mutazione. Per gli scopi di questa trattazione, i meccanismi implicati
nelle malattie monogeniche possono essere archiviati in tre categorie:
(1) difetti enzimatici e loro conseguenze;
(2) difetti di sistemi recettoriali di membrana e di sistemi di trasporto;
(3) alterazioni della struttura, funzione o quantità di proteine non
enzimatiche;
Difetti enzimatici e loro conseguenze
Le mutazioni possono avere come risultato la sintesi di un enzima alterato, con
una ridotta attività, o di una quantità ridotta dell'enzima normale. In entrambi
i casi, la conseguenza è un blocco di una via metabolica. In entrambi i casi, la
conseguenza è un blocco di una via metabolica. La Figura sottostante fornisce un
esempio di una reazione enzimatica in cui il substrato è convertito da enzimi
intracellulari, indicati come 1,2 e 3, in un prodotto finale attraverso gli
intermedi 1 e 2. In questo modello, il prodotto finale esercita un controllo a
feedback sull'enzima 1. Esiste anche una via secondaria che produce piccole
quantità di altri prodotti proteici M1 e M2. Le conseguenze biochimiche di un
difetto enzimatico in una tale reazione possono portare a tre principali
conseguenze:
1. Accumulo del substrato,
che, a seconda del punto di blocco, si può accompagnare ad accumulo di uno o di
entrambi gli intermedi. Inoltre, una elevata concentrazione di intermedio 2 può
stimolare la via secondaria e pertanto portare a un eccesso di M1 e M2. In
queste condizioni, se il precursore, gli intermedi o i prodotti delle vie
secondarie alternative sono tossici a elevate concentrazioni, ne possono
derivare danni tissutali. Per esempio, nella galattosemia
[I2]
[E2]
[E3]
[S4]
[F2]
il deficit di
galattosio-1-fosfato uridiltransferasi porta all'accumulo di galattosio e
conseguente danno tissutale. Nella fenilchetonuria
[I3]
[E4]
[E5]
[F3] un deficit di
fenilalanina-idrossilasi porta ad accumulo di fenilalanina. L'eccessivo accumulo
di substrati complessi all’interno dei lisosomi come risultato di un deficit
degli enzimi degradativi è responsabile di un gruppo di malattie generalmente
indicate come malattie da accumulo lisosomiale (ad esempio la malattia di
Tay-Sachs
[I4]
[S5]
[S6]
[E6]
[E7]
[F4]).
2. Un difetto enzimatico
può condurre a un blocco metabolico e a una quantità ridotta di prodotto finale
che può essere necessario per la regolare funzionalità della cellula. Per
esempio, un deficit di melanina può derivare dalla mancanza di tirosinasi,
necessaria per la biosintesi di melanina a partire dal suo precursore, la
tirosina. Ne risulta una condizione clinica chiamata albinismo
[I5]
[S7]
[E8]
[F5].
Se il prodotto finale è un inibitore a
feedback degli enzimi coinvolti nelle reazioni iniziali, il deficit di prodotto
finale può determinare una eccessiva produzione degli intermedi e dei loro
cataboliti, alcuni dei quali possono essere dannosi a elevate concentrazioni.
3. L'incapacità di inattivare un substrato
dannoso per i tessuti è ben
esemplificata dal deficit di un enzima l' α-antitripsina (α-AT). I soggetti che hanno un
deficit ereditario di α-AT sierica non sono in grado di inattivare l'elastasi
neutrofila nei loro polmoni. L'attività incontrollata di questa proteasi provoca
la distruzione dell'elastina nelle pareti degli alveoli polmonari causando, alla
fine, enfisema polmonare .
Difetti dei sistemi recettoriali e di trasporto
Molti composti biologicamente attivi devono essere trasportati attivamente
attraverso la membrana cellulare. Questo trasporto viene in genere realizzato
con uno dei due meccanismi, 1) endocitosi mediata da recettori o 2) tramite una
proteina di trasporto. Un difetto genetico in un sistema di trasporto mediato da
recettore è rappresentato dall’ipercolesterolemia familiare (vedi più
avanti nel testo), in cui la ridotta sintesi o funzionalità dei recettori per la
lipoproteina a bassa densità (LDL) porta al trasporto anomalo di LDL nelle
cellule e secondariamente, in conseguenza di complessi meccanismi, a eccessiva
sintesi di colesterolo. Nella fibrosi cistica (vedi più avanti nel
testo), il sistema di trasporto per gli ioni cloruro nelle ghiandole esocrine,
nei dotti sudoriferi, nei polmoni e nel pancreas è alterato. Un trasporto
anomalo di cloruro porta a gravi lesioni ai polmoni e al pancreas attraverso
meccanismi non completamente conosciuti.
Alterazioni della struttura, funzione o quantità
delle proteine non enzimatiche
Le anomalie genetiche che hanno come risultato alterazioni di proteine non
enzimatiche hanno spesso ampi effetti secondari, come dimostrato dall'anemia
falciforme. Le emoglobinopatie, cui appartiene l'anemia falciforme, sono
tutte caratterizzate da anomalie nella struttura della molecola globinica e sono
il miglior esempio di questa categoria. Contrariamente alle emoglobinopatie,
le talassemie derivano da mutazioni nei geni per la globina che influenzano
la quantità di catene globiniche sintetizzate. Le talassemie sono associate a
una quantità ridotta di catene α- o β-globiniche strutturalmente normali. Altri
esempi di proteine strutturali che possono essere geneticamente alterate
comprendono il collagene, la spectrina e la distrofina, che danno origine
rispettivamente all'osteogenesi imperfetta, alla sferocitosi ereditaria e alle
distrofie muscolari.