Filogenesi
I sistemi nervosi si sono
sviluppati costantemente durante il lungo periodo temporale in cui si sono
evoluti gli animali pluricellulari
[I1]
,
[E1] Gli organismi più semplici, come l’Hydra
(Phylum: Platelminti)
[I2], posseggono una rete nervosa diffusa
senza centri di controllo superiori: un sistema che può condurre impulsi nervosi
(potenziali d’azione) in modo omnidirezionale, cioè in modalità non specifica.
Se si considerano animali maggiormente “evoluti”, si nota che mano a mano che la
simmetria bilaterale diventa più pronunciata, nella regione cefalica si
concentrano cellule sensoriali e centri nervosi. In altre parole, la tendenza
evolutiva negli animali pluricellulari è stata rivolta nel corso del tempo
all’accentramento delle cellule specializzate e dei sistemi di elaborazione
sensoriale a livello del capo: questo processo evolutivo, nel suo complesso,
prende il nome di cefalizzazione
[E2]. Questo fenomeno evolutivo ha condotto
alla formazione di aggregati di corpi cellulari (gangli) da cui dipartono i
cordoni nervosi che raggiungono ogni distretto corporeo. Nella maggior parte
degli invertebrati, il processo di cefalizzazione si è arrestato in “breve
tempo”, lasciando negli animali attualmente viventi parecchi gangli secondari in
posizione parallela al cordone nervoso principale. Invece, lungo la linea
evolutiva dei vertebrati la cefalizzazione ha condotto allo sviluppo
dell’encefalo, una struttura composta da tre porzioni principali: rombencefalo
(posteriore), mesencefalo (in posizione mediana) e prosencefalo (anteriore). In
particolare, nei pesci e negli anfibi, il prosencefalo è rimasto
rudimentale ed ha soprattutto il compito di identificare e integrare le
informazioni che provengono dai sensi chimici dell’odorato e del gusto. Invece,
nei “vertebrati superiori” e tipicamente nell’uomo, il cervello anteriore si è
invece sviluppato notevolmente andando a formare gli emisferi cerebrali, e, in
generale, contribuendo a formare un volume encefalico anche 15 volte superiore a
quello di “vertebrati inferiori” della stessa taglia. Nell’uomo troviamo,
inoltre, rispetto agli altri mammiferi un grado di sviluppo molto maggiore di
ciò che viene definito corteccia cerebrale (telencefalo), che si trova a
ricoprire completamente gli emisferi cerebrali. La corteccia ha un ruolo
nell’associazione degli stimoli in arrivo, nel mantenimento dei ricordi e nella
rielaborazione delle informazioni, confrontando ciò che arriva di nuovo con le
esperienze pregresse, per poter codificare in un messaggio nervoso, una risposta
comportamentale adeguata. C’è da notare come propria dell’uomo è un’enorme
espansione della corteccia prefrontale, grazie alle funzioni della quale, l’uomo
è in grado di mantenere un comportamento idoneo ad ogni situazione e a concepire
le scelte giuste nei diversi contesti ed ambienti, essendo vivo un continuo
confronto tra le sue esperienze vissute e le conseguenze ottenute dalle sue
scelte nel passato,
[E3],
[I3]. Chiaramente
nell’uomo si è sviluppata anche tutta la parte dell’encefalo che riguarda la
comunicazione, fino ad avere delle aree interamente dedicate alla comprensione e
alla formulazione del linguaggio scritto e parlato
[I4],
[I5],
[I6]. E’ comunque
interessante notare come, invece, tutta la parte di encefalo (ippocampo,
amigdala, lobo limbico), che è disposta per funzioni basilari, quindi
fondamentali per la sopravvivenza, come l’apprendimento e la memoria e le
emozioni, si trovi anche in rettili e anfibi,
[I7],
[E4].
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