Pasteur e la pastorizzazione di Renato Gialluca (renatogialluca@yahoo.it), Micol Annovazzi (micol.annovazzi@gmail.com), Germana Panattaro (panattaro@libero.it)

Pastorizzazione del vino e suoi utilizzi

Pasteur e gli studi sulla fermentazione del vino Pastorizzazione del vino e suoi utilizzi [ IT 006]

1.    Perché il vino si trasforma in aceto? [ IT 014 ES 014 ]
Questo fenomeno viene causato dalla presenza dei batteri acetici, che in ambiente aerobico trasformano l'alcool etilico in acido acetico ed aldeide acetica, tali batteri formano la madre dell’aceto, che si manifesta inizialmente con un sottile velo viscoso grigiastro sulla superficie del vino, successivamente forma un precipitato gelatinoso.
L’acetificazione si sviluppa in vini con bassa gradazione alcolica, scarso contenuto di acidità fissa e di tannino e al fatto che vi sia un eccessiva ossigenazione del vino (si ricorda che un’ossigenazione minima risulta comunque necessaria per un affinamento ottimale dei vini).
Per comprendere se l’ossigeno fosse o meno dannoso per il vino, P. provò a mantenere un vino bianco in totale assenza di ossigeno per un anno, rilevando che il vino si manteneva giovane, si rese così conto che l’ossigeno era utile per permettere al vino di invecchiare e acquisire alcune proprietà organolettiche pregiate, ciò che andava evitato era un'eccessiva esposizione all’ossigeno. A tale riguardo fece la considerazione di come le botti siano l’ambiente ideale per l’invecchiamento del vino, proprio perché gli consentono una lenta e moderata ossigenazione.
Se il processo viene individuato nelle primissime fasi, si può tentare di rimediare tramite una rifermentazione con vinacce fresche e con una dose abbondante di anidride solforosa, se il vino è acescente non è possibile rifermentare e il prodotto va destinato all’acetificio.

2.    Perché il vino acquisisce un aspetto oleoso (specie bianchi)?
Oggi il difetto si chiama filante, i vini bianchi sono più colpiti in quanto hanno maggiore residuo di zucchero, gli agenti responsabili sono sempre batteri lattici che attaccano lo zucchero formando sostanze di consistenza mucillaginosa. Di per sé non è un’alterazione grave ma può favorire l’attacco del vino da parte di altri batteri con alterazioni più gravi.
I metodi moderni di intervento dal punto di vista enologico consistono o nell’aggiunta di anidride solforosa seguita da violenta agitazione meccanica per distruggere le formazioni mucillaginosi, oppure si può procedere con aggiunta di anidride solforosa, [  ES 015 ES 016 ] acido citrico e tannino dopodichè è necessaria la filtrazione per separare il deposito dal vino.
La pastorizzazione del vino viene utilizzata nei casi più gravi

3.    Perché il vino sa di vecchio ed ha sapore amaro (specie rossi)?
Il vino sa di amaro a causa di un attacco da parte dei batteri lattici sulla glicerina che viene trasformata in vari composti tra cui l’acroleina, che reagisce con polifenoli dando sostanze dal sapore amaro. La causa di tutto questo può essere la scarsa pulizia, per evitarlo si può usare una pastorizzazione [ FR 018] prima dell’imbottigliamento e pulizia dei tini.

4.    Perché i vini s’intorbidavano e perdevano il loro gusto?
L’intorbidamento dei vini può essere causato da enzimi o delle muffe presenti sull’uva, questa malattia si chiama casse-ossidasica o casse-enzimatica; per prevenirla occorre limitare il contatto del vino con l’aria e proteggerlo mediante aggiunta di anidride solforosa.
Se invece il processo è già in atto, si può rimediare  pastorizzando il vino.

Distruzione dei microrganismi tramite pastorizzazione del vino:
•        I lieviti sono distrutti a 60°C per 10 minuti
•        I batteri sono eliminati a 60°C per 45 secondi
•        Gli enzimi sono distrutti a 70°C per 2 minuti
  Si possono utilizzare temperature maggiori o inferiori modificando il tempo  di esposizione.



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Edurete.org Roberto Trinchero