Credenze da abbattere
Credenze da abbattere
Semplificando molto le cose, è possibile tentare di elencare i presupposti che fu necessario abbattere ed abbandonare per costruire una nuova astronomia e una nuova fisica:
1. La distinzione di principio tra una fisica del Cielo e una fisica terrestre, che risultava dalla divisione dell’universo in due sfere, l’una perfetta, l’altra soggetta al divenire
2. La convinzione (che conseguiva da questo primo punto) del carattere necessariamente circolare dei moti celesti
3. Il presupposto dell’immobilità della Terra e della sua centralità nell’universo che era confortato da una serie di argomenti dall’apparenza irrefutabile (il moto terrestre proietterebbe in aria oggetti e animali) e che trovava conferma nel testo stesso delle Scritture
4. La credenza della finitezza dell’universo e in un mondo chiuso che è legata alla dottrina dei luoghi naturali
5. La convinzione, strettamente connessa alla distinzione fra moti naturali e moti violenti, che non ci sia bisogno di addurre nessuna causa per spiegare lo stato di quiete di un corpo, mentre, al contrario, ogni movimento deve essere spiegato o come dipendente dalla forma o natura del corpo o come provocato da un motore che lo produce e lo conserva
6. Il divorzio, che si era andato rafforzando, fra le ipotesi matematiche dell’astronomia e la fisica.
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