La grande controversia
La grande controversia
Nei primi decenni del Cinquecento non erano mancati tentativi di sostituire al sistema tolemaico sistemi nuovi. L’indifferenza per questi tentativi, che non erano in grado di porsi in alcun modo come vere e proprie teorie alternative al sistema tradizionale, rende tanto più significative le prese di posizione che immediatamente seguirono (in qualche caso precedettero) la pubblicazione del De revolutionibus. Già nel 1539 Lutero IT2 EN1 FR1 ES1 ES2, in uno dei Discorsi a tavola fa riferimento ad un “astronomo da quattro soldi” che afferma che il moto della Terra, che intende sovvertire tutta l’astronomia, che si pone in contrasto con la Scrittura ove si dice che Giosuè EN2 FR2 ES3 ordinò al Sole, e non alla Terra, di fermarsi.
Si è molto discusso sull’atteggiamento di protestanti e cattolici di fronte al copernicanesimo. Una delle leggende storiografiche più diffuse è quella che afferma la sostanziale indifferenza per la questione della Curia Romana e dei teologi scolastici. Solo tre anni dopo la morte di Copernico, nel 1546, il domenicano Giovanni Maria Tolosani, legato a Bartolomeo Spina, maestro del Sacro Palazzo e per l’occasione portavoce quasi ufficiale delle relazioni della Curia, prendeva energicamente posizione contro il nuovo sistema nel De veritate Sacrae Scripturae (che è rimasto inedito fino al 1975). Il copernicanesimo, agli occhi di Tolosani, ha un difetto costitutivo ed essenziale: viola il fondamento e irrinunciabile principio della subalternatio scientiarum in base al quale “una scienza inferiore ha bisogno di una scienza superiore”. Non si tratta di una questione di poco conto. La prima delle scienze, la teologia, offre al cosmologo una descrizione della struttura fisica dell’universo e nessuna scienza può essere in contrasto con la teologia: “Copernico, abile nella scienza matematica e astronomica, è difettoso nelle scienze fisiche e dialettiche, è imperito nelle Scritture”.
Come sempre, di fronte al nuovo, non mancarono caute adesioni di specialisti, entusiasmi assai forti anche se tecnicamente poco fondati, sdegnati rifiuti e, soprattutto, manifestazioni di smarrimenti e incertezze. Gli astronomi furono in genere molto cauti nell’accettare una scelta tra la nuova verità e il vecchio errore. Respinsero (con le due grandi eccezioni di Keplero e Galilei) l’idea stessa di una dichiarazione di superamento del sistema tolemaico.
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