Decolonizzazione e conseguenze
La piena indipendenza fu riconosciuta alla Nigeria nel 1960, “l’anno dell’Africa” per il gran numero di stati che ottennero l’indipendenza dagli europei. La Nigeria divenne una federazione di tre regioni (nord, sud e ovest), ognuna con una forma di autogoverno più un governo unico di tipo parlamentare per tutte. Le spinte federaliste riflettevano le enormi diversità tra le varie etnie e avevano aspirazioni indipendentiste. I tre principali partiti politici riflettevano le tre divisioni: l’NPC (conservatori, mussulmani di etnia Hausa a nord), l’NCNC (cristiani Igbo a sud-est), l’AG (Yoruba a ovest). La Prima Repubblica Federale della Nigeria si autoproclamò nel 1963 con il Presidente Azikiwe [E1] [F1] [S1] e l’istituzione della quarta regione di centro-ovest. Intanto le tensioni tra gruppi etnici e territori con sviluppi differenti continuarono. Questo, finché nel 1966 gli Igbo, popolo grandissimo stanziato nel sud, attraverso un colpo di stato non rovesciò il potere centrale autoproclamandosi Repubblica del Biafra [I1] [E1] [E2] [F1] [S1] [S2]. La nuova Repubblica durò solo fino al ’70, quando venne sconfitta dal governo nigeriano a seguito di una sanguinosa guerra civile e dell’assedio militare nel territorio del Biafra, che causò la morte per fame e malattie derivate di milioni di civili e fu condannato come genocidio. Conclusasi la guerra civile, il numero di Stati federali fu portato nei decenni agli attuali 36 e la Seconda Repubblica si costituì, con una nuova Costituzione, nel 1977. La fine della Seconda e la fondazione della Terza Repubblica, poi fallita, perpetuò nel Paese una situazione di caos, instabilità economico-amministrativa, colpi di Stato, corruzione politico-militare e assassini politici, mai placatasi durante i decenni. Gli anni Novanta, con il governo dittatoriale del generale Abacha [I1] [E1] [F1] [S1], furono ancora particolarmente cruenti e videro la morte anche per il grande scrittore Ken Saro-Wiwa, attivista del Movimento per la sopravvivenza del popolo Ogoni contro lo strapotere delle multinazionali sfruttatrici di tutte le risorse petrolifere del territorio Ogoni, lasciato paradossalmente in povertà pur vivendo su un terreno così ricco. Dopo la morte di Abacha e il governo di Abubakar [E1] [S1] verso una maggior apertura ai diritti civili, finalmente nel 1999 emerse la Nigeria democratica con Obasanjo [F1] [S1] e terminò l’epoca delle dittature militari. L’apertura verso la rappresentazione di tutti i nigeriani ha portato a un miglioramento generale, ma le spinte federaliste indipendentiste, gli attriti tra i singoli governi federali e le violenze interetniche continuano con periodici massacri di civili. A questi problemi si aggiunge ora anche quello della scelta di un’economia basata sul petrolio e il conseguente malcontento dei movimenti indigeni che si vedono espropriati delle loro risorse a vantaggio del ricco Occidente in accordo con un governo centrale che non fa, forse, ancora abbastanza per debellare la povertà a vantaggio autentico del proprio popolo.
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