LA II GUERRA MONDIALE (e approfondimenti)
La seconda guerra mondiale fu profondamente diversa dalla prima, cioè dal conflitto che si era chiuso vent'anni prima con la vittoria delle potenze dell'Intesa; non solo per la sua vastità, ma anche per gli aspetti ideologici che essa assunse. La prima guerra mondiale era stata sì un tremendo e sanguinoso scontro di patrie e di stati, un confronto logorante di uomini e di apparati produttivi, ma non aveva comportato scelte morali di fondo.
Il secondo conflitto mondiale vide invece una netta opposizione di concezioni etiche e civili. Questa opposizione, in verità, non fu percepita da tutti immediatamente, nonostante il nazifascismo avesse da sempre proclamato a grandissima voce la propria intenzione di instaurare un nuovo ordine. Quello che Hitler voleva non era soltanto un ordine economico e politico, ma un ordine morale il quale doveva rovesciare quell'antica forma di convivenza civile cui gli uomini erano faticosamente pervenuti attraverso un processo secolare.
La coalizione che uscì vincitrice dal conflitto fu decisamente eterogenea. Le potenze che si erano erette a difesa di un ordine internazionale che esse stesse avevano contribuito non poco a mettere in crisi, avevano combattuto anche per la sopravvivenza di una forma di vita politica e sociale nella quale liberalismo e democrazia si erano compenetrati. Ma accanto ad esse riuscì vittoriosa anche la Russia, nella quale il moderno stato totalitario di massa pareva aver trovato una delle sue più avanzate realizzazioni.
In sostanza, le democrazie occidentali dovettero dar vita a un'alleanza imposta dall'estrema gravità del pericolo di un predominio tedesco, non da una solidarietà ideale nella libertà. Eppure, la scelta morale che si impose fu netta, perché proprio la negazione della libertà era un elemento fondamentale del nazifascismo, essenziale alla tirannide hitleriana.
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E PER CHI VUOLE APPROFONDIRE...
Discorso di Mussolini del 10 Giugno 1940 – Dichiarazione di guerra
Combattenti di terra, di mare e dell'aria! Camicie nere della rivoluzione e delle legioni! Uomini e donne d'Italia, dell'Impero e del regno d'Albania! Ascoltate! Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. (Acclamazioni vivissime). L'ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata (acclamazioni, grida altissime di "Guerra! Guerra! ") agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia. Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell'Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l'esistenza medesima del popolo italiano .
Alcuni lustri della storia più recente si possono riassumere in queste frasi: promesse, minacce, ricatti e, alla fine, quale coronamento dell'edificio, l'ignobile assedio societario di cinquantadue stati.La nostra coscienza è assolutamente tranquilla. (Applausi). Con voi il mondo intero è testimone che l'Italia del Littorio ha fatto quanto era umanamente possibile per evitare la tormenta che sconvolge l'Europa; ma tutto fu vano.
Bastava rivedere i trattati per adeguarli alle mutevoli esigenze della vita delle nazioni e non considerarli intangibili per l'eternità; bastava non iniziare la stolta politica delle garanzie, che si è palesata soprattutto micidiale per coloro che la hanno accettate; bastava non respingere la proposta che il fuhrer fece il 6 ottobre dell'anno scorso, dopo finita la campagna di Polonia.Oramai tutto ciò appartiene al passato. Se noi oggi siamo decisi ad affrontare i rischi ed i sacrifici di una guerra, gi è che l'onore, gli interessi, l'avvenire ferramente lo impongono, poiché un grande popolo è veramente tale se considera sacri i suoi impegni e se non evade dalle prove supreme che determinano il corso della storia.
Noi impugniamo le armi per risolvere, dopo il problema risolto delle nostre frontiere continentali, il problema delle nostre frontiere marittime; noi vogliamo spezzare le catene di ordine territoriale e militare che ci soffocano nel nostro mare, poiché un popolo di quarantacinque milioni di anime non è veramente libero se non ha libero l'accesso all'Oceano.Questa lotta gigantesca non è che una fase dello sviluppo logico della nostra rivoluzione; è la lotta dei popoli poveri e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente il monopolio di tutele ricchezze e di tutto l'oro della terra; è la lotta dei popoli fecondi e giovani contro i popoli isteriliti e volgenti al tramonto, è la lotta tra due secoli e due idee.Ora che i dadi sono gettati e la nostra volontà ha bruciato alle nostre spalle i vascelli, io dichiaro solennemente che l'Italia non intende trascinare altri popoli nel conflitto con essa confinanti per mare o per terra. Svizzera, Jugoslavia, Grecia, Turchia, Egitto prendano atto di queste mie parole e dipende da loro, soltanto da loro, se esse saranno o no rigorosamente confermate.
Italiani!
In una memorabile adunata, quella di Berlino, io dissi che, secondo le leggi della morale fascista, quando si ha un amico si marcia con lui sino in fondo. (" Duce! Duce! Duce!"). Questo abbiamo fatto e faremo con la Germania, col suo popolo, con le sue meravigliose Forze armate.In questa vigilia di un evento di una portata secolare, rivolgiamo il nostro pensiero alla Maestà del re imperatore (la moltitudine prorompe in grandi acclamazioni all'indirizzo di Casa Savoia), che, come sempre, ha interpretato l'anima della patria. E salutiamo alla voce il Fuhrer, il capo della grande Germania alleata. (Il popolo acclama lungamente all'indirizzo di Hitler). L'Italia, proletaria e fascista, è per la terza volta in piedi, forte, fiera e compatta come non mai. (La moltitudine grida con una sola voce: "Sì! "). La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all'Oceano Indiano: vincere! (Il popolo prorompe in altissime acclamazioni). E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all'Italia, all'Europa, al mondo.
Popolo italiano!
Corri alle armi, e dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore!
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