Studi teologici e alchemici
Studi teologici ed alchemici
La forma della legge di gravitazione universale non era in
realtà nuova (era stata enunciata, ad esempio, da Boulliau
nel
1645 e poi ripresa, tra gli altri, da Halley e Hooke), ma Newton per
primo mostra come, attraverso la legge di gravitazione universale, si
possano calcolare le orbite
dei pianeti
IT2 EN1
EN2
FR1
FR2
ES1
ES2
(o di qualsiasi altro corpo),
scoprendo così che esse possono essere anche paraboliche e
iperboliche e che dall'ipotesi della gravitazione possono essere
derivate le leggi di Keplero. Successivamente spiega esaurientemente il
moto delle comete.
In centocinquant’anni la teoria della gravitazione ha
permesso
eseguire parecchie importanti previsioni: l’appiattimento
della
Terra EN3
FR3
ai poli, la data del ritorno della cometa di Halley e perfino
l’esistenza di due pianeti, fino allora sconosciuti, nel
sistema
solare: Urano (1781) e Nettuno (1846)!
Una volta verificato che, utilizzando i valori dimensionali trovati dal
francese Picard, sia per la Luna sia per il Sole e i pianeti conosciuti
del sistema solare (allora noti fino a Saturno) la legge trovata si
accordava mirabilmente con i dati sperimentali, egli fu certo di aver
trovato la dimostrazione dell’infinita estensione del regno
terrestre, poiché tale legge affermava che le forze di
attrazione di tipo gravitazionale hanno campo d’azione
infinito,
per quanto si indeboliscano velocemente all’aumentare della
distanza.
Questo significava unificare cielo e terra in un unico regno ubbidiente
ad una medesima legge! Inoltre una relazione così precisa e
‘bella’ nella sua semplicità sembrava,
all’animo religioso di Newton, anche un segno
dell’esistenza di un Essere superiore preposto al governo
dell’intero cosmo.
Ma anche a questo punto lo scienziato tenne ancora per sé le
proprie scoperte, dedicandosi prevalentemente a studi teologici ed
alchemici IT4 EN4 EN5 EN6, fino a che il suo amico e celebre astronomo Edmund Halley
non scoprì questi eccezionali studi: verso il 1684, aveva
infatti ricevuto da Newton il breve trattato De motu corporum in gyrum
in cui la meccanica celeste era stata interamente risistemata in base
alla legge dell’inverso del quadrato delle distanze e a tal punto
ne rimase ammirato che insistette a lungo con Newton affinchè li
pubblicasse.
24/38
|