Gravitazione universale di Giovanni Bertolo (satprem69@libero.it), Gianfranco Bottini (gbottini@gmail.com), Emanuele Ciancio (ciancio@isiosf.isi.it), Raffaele Serra (serraraf@alice.it)

Le leggi della Meccanica

Le leggi della meccanica Di questi risultati Newton venne a conoscenza soltanto alcuni anni più tardi. Nel frattempo aveva perfezionato gli esperimenti di Galileo sulla caduta di corpi di peso diverso, anche ampliandoli studiando la risposta a forze di tipo qualsiasi.
Giunse così a formulare le tre precise leggi del movimento IT2 IT3 EN1 EN2 FR1 FR2 ES1 ES2  (o assiomi o anche truismi), che più tardi riportò nella sua opera principale (i Principia):
prima legge: “ogni corpo persevera nello stato di riposo o moto in linea retta uniforme nel quale si trova, a meno che qualche forza non agisca su di esso e non lo costringa a cambiare stato” (oggi conosciuto come principio d’inerzia);
seconda legge: “i mutamenti del moto sono proporzionali alla forza motrice e avvengono secondo la linea retta in cui tale forza è impressa” (che oggi esprimiamo con l’equazione vettoriale F=ma);
terza legge: “l’azione è sempre uguale ed opposta alla reazione: vale a dire che le azioni dei due corpi, l’uno sull’altro, sono sempre uguali e in direzioni contrarie” (oggi: principio di azione e reazione).
Questi importantissimi risultati, destinati a costituire un caposaldo della scienza per circa tre secoli, non furono però subito pubblicati, a causa sia delle controversie con altri studiosi (in particolare quella con Hooke relativa alla luce) sia della propensione di Newton a presentare studi che egli stesso giudicasse definiti nella maniera più completa e migliore possibile.
Inoltre, mettendo in relazione la legge trovata da Huygens per la forza centrifuga e la legge di Keplero sui tempi di rivoluzione dei pianeti intorno al sole, aveva ricavato, già nel famoso annus mirabilis, la legge cui sembrava sottostare l’attrazione gravitazionale tra due corpi secondo l’inverso del quadrato delle distanze tra i loro centri (oltre alla proporzionalità diretta con le due masse):

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