Telescopi a riflessione
Telescopi a riflessione
Pertanto scoprì che, se si potevano eliminare gli errori di
aberrazione di forma con un’accurata lavorazione delle lenti
(egli stesso si dedicò per vari mesi a tagliare e levigare
lenti
non sferiche), risultava invece assolutamente impossibile eliminare le
aberrazioni cromatiche, per lo meno facendo uso di lenti.
Perciò verso il 1668 decise di dedicarsi a strumenti che,
invece
di lenti, fossero dotati di specchi: i
telescopi a riflessione
EN1
FR1
ES1
. Tali
strumenti erano già stati inventati e poi lasciati da parte
per
difficoltà tecniche, poiché si trattava di
costruire
specchi parabolici ed ellissoidali. Tuttavia, con alcune
semplificazioni, Newton riuscì a realizzarne due esemplari
di
circa 6 pollici di lunghezza (circa 15 cm), con specchio concavo
sferico e un piccolo specchio piano inclinato a 45° per
l’oculare: le osservazioni che fu possibile realizzare
superarono
di gran lunga, come ingrandimento, quelle di un normale telescopio a
lenti di maggior lunghezza (circa 50 cm), oltre a non presentare
aberrazioni cromatiche.
Inoltre la compattezza di questo strumento permetteva di montarlo
facilmente sui primi snodi sferici, realizzati con una sfera in legno
appoggiata su una coppella e trattenuta da ganasce metalliche: tale
fissaggio consentiva il puntamento del telescopio in qualsiasi
direzione offrendo comunque un solido punto di appoggio, necessario per
una buona visione con forti ingrandimenti.
Esemplare di telescopio di Newton alla Royal Society
Il successo di questo strumento gli valse l’elezione a membro
della Royal Society (11 febbraio 1671) anche se poi le
difficoltà tecniche di realizzazione restarono elevate
ancora
per lungo tempo e i telescopi a riflessione non vennero prodotti per i
successivi cinquant’anni.
20/38
|