Gravitazione universale di Giovanni Bertolo (satprem69@libero.it), Gianfranco Bottini (gbottini@gmail.com), Emanuele Ciancio (ciancio@isiosf.isi.it), Raffaele Serra (serraraf@alice.it)

Telescopi a riflessione

Telescopi a riflessione Pertanto scoprì che, se si potevano eliminare gli errori di aberrazione di forma con un’accurata lavorazione delle lenti (egli stesso si dedicò per vari mesi a tagliare e levigare lenti non sferiche), risultava invece assolutamente impossibile eliminare le aberrazioni cromatiche, per lo meno facendo uso di lenti.
Perciò verso il 1668 decise di dedicarsi a strumenti che, invece di lenti, fossero dotati di specchi: i telescopi a riflessione EN1 FR1 ES1 . Tali strumenti erano già stati inventati e poi lasciati da parte per difficoltà tecniche, poiché si trattava di costruire specchi parabolici ed ellissoidali. Tuttavia, con alcune semplificazioni, Newton riuscì a realizzarne due esemplari di circa 6 pollici di lunghezza (circa 15 cm), con specchio concavo sferico e un piccolo specchio piano inclinato a 45° per l’oculare: le osservazioni che fu possibile realizzare superarono di gran lunga, come ingrandimento, quelle di un normale telescopio a lenti di maggior lunghezza (circa 50 cm), oltre a non presentare aberrazioni cromatiche.
Inoltre la compattezza di questo strumento permetteva di montarlo facilmente sui primi snodi sferici, realizzati con una sfera in legno appoggiata su una coppella e trattenuta da ganasce metalliche: tale fissaggio consentiva il puntamento del telescopio in qualsiasi direzione offrendo comunque un solido punto di appoggio, necessario per una buona visione con forti ingrandimenti.
Esemplare di telescopio di Newton alla Royal Society
Il successo di questo strumento gli valse l’elezione a membro della Royal Society (11 febbraio 1671) anche se poi le difficoltà tecniche di realizzazione restarono elevate ancora per lungo tempo e i telescopi a riflessione non vennero prodotti per i successivi cinquant’anni.

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