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La trafilatura [IT] [IT] è un’operazione per deformazione plastica
[EN] [EN] [FR] [DE] generalmente eseguita a freddo [EN] [EN] [DE] [FR] caratterizzata dal fatto che il materiale viene obbligato, tramite una forza di
trazione, a passare attraverso il foro calibrato di una filiera [DE] per
assumerne le dimensioni. Mediante questo tipo di
lavorazione si producono principalmente:
·
barre [FR];
·
tondi;
·
fili metallici di piccola sezione [EN] [DE].
Poiché la trafilatura viene
eseguita a freddo, la superficie del prodotto non si ossida [FR] [DE] come, ad esempio,
nella laminazione a caldo [FR],
e, di conseguenza, la trafilatura viene generalmente utilizzata per ottenere,
in alternativa alla laminazione, barre e tondi con superficie lisce, pulite,
lucide e compatte. In figura [EN] è rappresentato
uno schema molto semplificato relativo all’esecuzione dell’operazione di
trafilatura.
La filiera presenta un foro a tronco di cono con la sezione più
piccola volta verso l’uscita del materiale. La filiera può essere di acciaio
dura al cromo o la tungsteno o, più frequentemente, in widia [FR] (per i fili più sottili anche in
diamante). Il materiale, tirato in modo
meccanico dalla parte opposta rispetto alla sezione di entrata del foro,
subisce un schiacciamento, il quale determina il restringimento della sezione e
l’aumento della lunghezza.
La figura
seguente mostra in modo più dettagliato la tipica geometria della filiera.
Osservando da sinistra verso destra si
notano le seguenti zone:
- zona di imbocco – serve a facilitare l’ingresso del
materiale nella filiera; in questa zona non avviene deformazione plastica;
- zona conica di trafilatura – zona in cui avviene la deformazione
plastica del materiale; molto importante è la scelta del semiangolo di
apertura che può variare da 6° a 15° a seconda del tipo di materiale da
trafilare e della deformazione plastica che deve subire;
- parte cilindrica di calibratura – presenta due funzioni, ossia, la
prima di ulteriore lisciatura del materiale, la seconda di impedire un
ritorno elastico del materiale;
- cono d’uscita del prodotto trafilato – svolge la funzione di facilitare la
fuoriuscita del materiale trafilato.
Applicazioni della trafilatura
Si riportano brevemente alcune applicazioni tipiche
della lavorazione di trafilatura:
- Fili
sottili e sottilissimi. Nella
fabbricazione del filo si parte da un tondo laminato a caldo con diametro
di 5 mm, denominato vergella. I tondi al di sopra del diametro di 5 mm
vengono laminati a caldo perchè la deformazione risulta facilitata dallo
stato plastico del metallo. Invece, al di sotto del diametro di 5 mm, la produzione di fili mediante
laminazioni a caldo è impossibile, dal momento che il raffreddamento, data
la piccola sezione del filo, sarebbe troppo rapido. Per questo motivo si
preferisce utilizzare una trafilatura a freddo.
- Barre,
tondi e fili a tolleranza ristretta. La trafilatura, costringendo il
materiale a passare a freddo attraverso un foro indeformabile con sezione
di uscita costante, conferisce al pezzo dimensioni precise. I pezzi
ricavati mediante trafilatura rispetto a quelli laminati a caldo, hanno
tolleranza di forma e dimensionali più ristrette.
- Tubi
di piccolo diametro. [IT] Partendo
da un tubo più grosso, con la trafilatura è possibile ridurre il diametro
del tubo e regolarizzare la sua forma interna ed esterna. Il foro del tubo
viene calibrato da una spina chiamata, per la sua forma, oliva, inserita
al centro della matrice della filiera.
Fasi di lavorazione
della trafilatura.
Si riportano alcune fasi tipiche della lavorazione
di trafilatura [IT]:
1.
Pulitura meccanica. [IT] Le
barre o i fili, prima di essere
sottoposti ad una lavorazione di trafilatura, devono essere accuratamente
liberati dell'ossido che li ricopre e dalle scaglie di ferro bruciato
incorporate precedentemente durante la laminazione a caldo. Per questo motivo,
prima di essere trafilati, le barre e i fili vengono ripetutamente piegati su
rulli e raschiati con spazzole metalliche.
2. Pulitura chimica. I
materiale viene immerso in una soluzione acida che elimina dalla sua superficie le ultime tracce di ossido. Per neutralizzare l'effetto corrosivo
dell’acido il materiale viene successivamente lavato con acqua e calce.
3.
Lubrificazione. [IT] [EN] La barra o
il filo, nel momento in cui passano in modo forzato attraverso il foro della
filiera, esercitano un’azione abrasiva. Ovviamente si cerca di evitare che la
filiera, a causa di questa azione
abrasiva, si usuri troppo rapidamente e, per ottenere ciò, si lubrificano le
barre e i fili prima della trafilatura. I
lubrificanti [EN] più usati sono il sapone, il
grasso, l'olio denso, il fosfato di zinco, ecc. Ad esempio, nel caso di
trafilatura ad umido, il pezzo e la matrice, sono completamente immersi nel
lubrificante durante la lavorazione. Si possono usare ultrasuoni per ridurre
ulteriormente l’usura e migliorare sia la finitura superficiale che permettere
alte riduzioni per passata. Inoltre, è opportuno ricordare che i lubrificanti
svolgono anche le importanti funzioni di raffreddare, detergere e di proteggere
il filo e la macchina dall’ossidazione. Ovviamente, tutti i lubrificanti
utilizzati devono possedere una stabilità chimico-fisica, non produrre schiuma,
non essere nocivi nei confronti dell’operatore.
4. Trafila. Il materiale viene fatto passare attraverso una serie
di filiere di diametro decrescente attraverso un dispositivo di trazione. Il
numero di passate che in modo consecutivo è possibile realizzare è limitato al
massimo a 7 o a 8. La deformazione, cui è sottoposto il materiale nel passaggio
attraverso la filiera, ne provoca un forte incrudimento
superficiale, dovuto allo schiacciamento dei cristalli. Questo incrudimento
rende il materiale più fragile e duro e ne diminuisce la duttilità. Quando la
trafilatura deve essere prolungata per portare il materiale a forti riduzioni
di sezione, per evitare l'incrudimento e la conseguente possibile rottura del filo,
occorre sottoporre il metallo al trattamento termico di ricottura.
Difetti della
trafilatura.
Si riportano brevemente alcuni difetti, simili a
quelli d’estrusione, caratteristiche della lavorazione di trafilatura:
·
Formazione di cricche interne che
aumentano, all’aumentare dell’angolo di trafilatura;
·
Formazione di superfici striate,
caratterizzate dalla presenza di piegature o cricche longitudinali, le quali
possono anche crescere a seguito a lavorazioni successive; è necessario
controllare tutti i parametri della lavorazione e la lubrificazione per ridurre
questi difetti;
·
Presenza di sforzi residui [DE] a
seguito di deformazioni non omogenee. le tensioni residue possono influire
sulla formazione di cricche nel tempo dovute alla tensione o alla corrosione
oppure possono portare all’incurvatura del filo dopo la rimozione di uno strato
superficiale di materiale (in ulteriori lavorazioni o a seguito di una
rettifica).