MADAME DE STAEL E LA LETTERATURA: il rinnovamento Romantico
Le opere letterarie di Madame de Staël [F20] si possono certamente considerare le basi su cui poggia l’intero Romanticismo francese: i suoi scritti annunciano un movimento di innovazione e si oppongono con violenza al classicismo.
Nell’opera De la littérature considérée dans ses rapports avec les institutions sociales(1800) [I14] [I15]essa dimostra come la letteratura e la storia di un popolo siano dipendenti l’una dall’altra: proprio perché l’arte arriva da tutto un popolo, non può quindi essere un passatempo per pochi eletti. Con questa opera Mdame de Staë aprì la polemica contro il classicismo e diede origine alla rivoluzione romantica: per il classicismo l’arte è uno specchio perché imita la natura e i classici, ed è codificabile in modo valido per tutti gli autori e tutte le epoche,per i romantici è una “lampada”dotata di luce propria, che non imita nulla ma esprime se stessa. La poesia non è immobile,ma come ci dice in questa opera interpreta l’evoluzione dello spirito umano.
Madame de Staël continuò a proclamare questo bisogno di rinnovamento nella letteratura francese anche nell’opera De l’Allemagne [F21] [D14] [I16]: le sue pagine diedero l’orientamento teorico più importante al Romanticismo francese. La Germania era infatti la terra dove il rinnovamento letterario era già iniziato e questo paese doveva essere imitato per ritrovare la lingua del cuore e dei sentimenti, le radici nel Medioevo, il senso dello spirituale, ecc…
Il libro, che esaltava la Germania e la sua cultura, non poté che essere sgradito a Napoleone, che fece distruggere le copie stampate a Parigi nel 1810: l’intelletto di una donna riuscì incredibilmente a far tremare l’uomo più potente d’Europa!
Ma madame de Staël non si limitò alla Francia: essa cercò di diffondere le idee romantiche anche in Italia, un paese che come la sua patria aveva bisogna di staccarsi dal classicismo per aprirsi ad un’arte nuova. Anche in Italia,così come era già accaduto in Francia con De la littérature considérée dans ses rapports avec les institutions sociales, la querelle fra antichi e moderni si aprì a causa di un suo articolo pubblicato nel primo numero (1° gennaio 1816) della rivista "La Biblioteca italiana" dal titolo "Sulla maniera e l'utilità delle traduzioni" [I17].
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