Autori e autrici del Romanticismo europeo di Laura Bogiatto (laurabogiatto@alice.it) ,Daniela Arduino (arduino.daniela@libero.it), Barbara Morelli (shitzy@alice.it),Susanna Jaffei (jaffs@hotmail.it)

HUGO E LA POLITICA: la pena di morte

Hugo rappresenta la figura maschile più significativa del romanticismo francese e non solo per il contributo che diede al mondo letterario: egli fu infatti un romantico a tutto tondo, capace di trasportare l’ideale di poeta vate proclamato nelle opere anche nella sua vita. Come disse infatti nella prefazione dell’Ernani: “La libertà letteraria è la sorella di quella politica” ( affermazione simile a quelle di Madame de Staël nel suo De la litérature considérée dans ses rapports avec les institutions sociales). L’impegno politico di Hugo, guida del popolo e interprete del messaggio che Dio ha in serbo per esso, fu tale che per molti anni egli abbandonò le scene letterarie per dedicarsi alla politica [I3] [F3].
Due avvenimenti allontanarono Hugo dalla letteratura: il fallimento nel 1843 della rappresentazione del dramma Les Burgreves e soprattutto la morte accidentale della figlia Léopoldine nel medesimo anno (dopo questa data egli abbandonò definitivamente il teatro e la poesia sino al 1853). Da questo momento in poi egli si dedicò alla carriera politica: prima diventò sindaco del VIII mo arrondissement e poi venne eletto deputato all’Assemblea Costituente. I temi che caratterizzano il suo impegno politico sono un riflesso delle idee romantiche di rispetto dell’individuo e della sua libertà: nel volantino che pubblicizzava la sua candidatura, campeggiavano infatti scritte in favore dell’amnistia e contro la pena di morte. Su quest’ultimo argomento Hugo aveva peraltro già scritto un romanzo nel 1829: Le dernier jour d'un condamné [D6]. In quest’opera, che racconta gli ultimi giorni di vita di un condannato a morte sotto forma di diario, Hugo denuncia la pena capitale e le ingiustizie della legge [F4]. Nel 1848 Hugo tenne su questo argomento un discorso molto forte all’Assemblea Costituente di Parigi [F5]: nel discorso definiva l’abolizione della pena di morte, un processo assolutamente necessario per lo stato Francese e la sua costituzione, che doveva esprimere ideali di uguaglianza e libertà per tutti i suoi cittadini.

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Edurete.org Roberto Trinchero