Bioindicatori per la litosfera
Il suolo è il frutto di un lunghissimo processo di formazione (pedogenesi), che gli conferisce una propria struttura ed una stratificazione caratteristica
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[E5]
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[S6]
[I4].
Il suolo è un ambiente ricchissimo di vita, permette la chiusura dei cicli biologici, è uno strato sottile e vulnerabile, una risorsa naturale limitata e sempre più rara la dove è maggiore la pressione antropica.
Se osserviamo una sezione verticale di un suolo naturale (cioè il suo profilo) notiamo che essa presenta stratificazioni o orizzonti che, a partire dalla superficie, vengono definiti:
- Orizzonte organico: costituito da resti di vegetali e animali più o meno decomposti
- Orizzonte A: contenente la maggior parte della sostanza organica (humus), in cui l’azione dell’acqua asporta i materiali solubili dalla superficie verso il basso
- Orizzonte B: in cui scarseggia l’humus e si accumulano i materiali trasportati dall’acqua
- Orizzonte C: è lo strato non ancora alterato (roccia madre)
I fattori climatici (precipitazioni, temperatura, processi erosivi, irraggiamento) ed il tempo, insieme con l’interazione con i viventi determinano, nella varie regioni, i processi pedogenetici.
Il suolo è un ambiente particolarmente sensibile ad inquinamento
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[I6] e alle lavorazioni agricole e allo stesso tempo è fondamentale per garantire la vita sul nostro pianeta.
L’uso di bioindicatori per valutare l’effetto dell’inquinamento sul suolo è meno diffuso rispetto a quanto accade per altri comparti ambientali come acqua ed atmosfera, tuttavia alcune novità sono state introdotte di recente
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[I7]. La difficoltà principale nell’utilizzo di queste metodologie è fondamentalmente legata alla dimensione degli organismi che non consentono una classificazione diretta sul campo. Di seguito si riportano alcuni esempi di bioindicatori del suolo.
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