Dalla presentazione emersa in questa trattazione sul microcredito emerge come esso sia un importante strumento per la diffusione e per il rafforzamento dello sviluppo umano.
Guardando a quei paesi dove la realtà del microcredito è maggiormente diffusa, è possibile infatti notare e misurare gli effetti positivi di questo strumento nello sradicamento della povertà.
Risultati positivi sono stati evidenziati anche dai rapporti ufficiali stilati annualmente dall'UNDP e dal Microcredit Summit Campain. [EN1] [EN2] [FR1] [FR2] [ES1] [ES2] [IT]
In molti casi i programmi si rivolgono inoltre direttamente alle donne, fornendo loro la possibilità di accrescere la propria autostima generata dalla capacità di gestire una microattività, da cui ricavare risorse per la famiglia. Questa assunzione di responsabilità si traduce nell’acquisizione di un ruolo paritario in famiglia e una maggior partecipazione politica all’interno della comunità.
Tuttavia il microcredito non può e non deve essere considerato la panacea per i mali del sottosviluppo. E’ necessario inserire tale strumento in un più ampio progetto di sviluppo e affiancarlo ad altri strumenti propri della cooperazione internazionale.
In alcuni casi, quali situazioni di conflitto, povertà estrema o entrate economiche talmente saltuarie da non permettere la restituzione del prestito, il microcredito non rappresenta la soluzione migliore per alleviare le condizioni di indigenza delle persone povere, poiché rappresenterebbe un’ulteriore fonte di indebitamento.
Rimane tuttavia indubbio il ruolo che il microcredito ha rappresentato e rappresenta tuttora per il miglioramento della qualità di vita in termini economici e sociali delle persone coinvolte nel circolo vizioso della povertà. A testimonianza di ciò, si può citare un ulteriore riconoscimento a livello internazionale: nell’anno 2006 è stato assegnato il Premio Nobel per la pace [EN] [IT] a Muhammad Yunus, fondatore della Grammen Bank, e “inventore”del microcredito.