Il Microcredito per uno sviluppo sostenibile di Donata Cappello (docappello@hotmail.com), Giulia Pagano (paganogiulia@libero.it)

GROUP LENDING

È importante trovare le giuste strategie che sappiano incentivare i clienti al rimborso. Gran parte delle istituzioni di microcredito non richiedono, come detto, garanzie in cambio dell’erogazione di denaro ai poveri. Per ovviare a ciò, molte di esse hanno adottato il provvedimento della concessione di prestiti collettivi (group lending) [EN] a responsabilità congiunta (joint liability)[EN], per accedere ai quali è richiesto che gli individui si riuniscano in gruppo. Il gruppo in questo caso funziona come garanzia sociale[IT], perché la pressione del gruppo agisce come stimolo sul singolo per la restituzione. Ognuno riceve individualmente il proprio prestito, ma, nel momento in cui un membro non effettua il rimborso, le conseguenze si ripercuotono su tutto il gruppo, che non può più ottenere ulteriore denaro. Tutti i membri del gruppo sono quindi considerati responsabili nel caso in cui uno di loro non assolva gli impegni presi, e ne devono sopportare collettivamente le conseguenze. Questo fa sì che il gruppo vigili sulla buona condotta di tutti i membri. Inoltre, i membri sono portati a cercare compagni di cui si possono fidare, dato che ne va del loro interesse. Questo garantisce alle istituzioni di microcredito la possibilità di selezionare per quanto possibile solo clienti affidabili. L’elemento positivo del prestito collettivo a responsabilità congiunta è proprio rappresentato dal fatto che, nel caso in cui un membro abbia ottenuto un risultato negativo dalla sua attività e non sia in grado di ripagare la sua quota, può chiedere ad un compagno che ha avuto successo di intervenire in suo aiuto, evitando così di far fallire il gruppo e risolvendo la questione dall’interno. Ciò non sarebbe naturalmente stato possibile per un prestito individuale, poiché l’interessato potrebbe far appello solo all’organismo di credito; nel frattempo, si evita che l’istituzione si debba interessare di risolvere il problema di un singolo cliente.

Per quanto riguarda i prestiti collettivi, si possono distinguere due tipi di approccio: il gruppo solidale e la banca del villaggio.

Il gruppo solidale (Solidarity Group) [EN1] [EN2] è basato sul modello della Grameen Bank [EN] del Bangladesh, in cui il credito è destinato ad un gruppo di cinque persone, in cui tutti i membri sono responsabili collettivamente del rimborso delle quote. Generalmente, i membri appartengono tutti alla stessa comunità, anche se non devono esserci legami di parentela. Il credito può essere concesso a rotazione (il membro successivo ottiene il prestito solo quando il precedente ha completato la sua restituzione), oppure contemporaneamente ad ogni membro (nessuno può però accedere al prestito successivo se anche solo un membro non ha restituito tutta la somma dovuta). Nel secondo caso, i membri devono essere occupati in attività economiche diverse, altrimenti verrebbe meno la garanzia, essendo tutte le produzioni soggette agli stessi rischi di fallimento.

La Banca del Villaggio (Village Banking) [EN1][EN2] è un approccio adottato dalla fondazione FINCA (Foundation for International Community Assistance) [EN1][EN2][FR]; si appoggia su gruppi più ampi (da 10 a 50 persone), conservando lo stesso principio di garanzia. Questa modalità, accanto al credito, punta a promuovere la mobilitazione del risparmio attraverso l’accumulazione del capitale tratto dagli interessi e a migliorare la capacità di auto-organizzazione dei gruppi.

Per quanto riguarda le dimensioni del gruppo, sembra che i più efficaci siano quelli non troppo numerosi. Essi lavorano meglio, perché al loro interno esiste un grado più profondo di conoscenza, che porta a una maggiore fiducia e affidabilità. Non devono comunque essere troppo piccoli, altrimenti le funzioni di responsabilità limitata e condivisione dei costi verrebbero meno. Naturalmente, è più efficace il gruppo costituito in modo quasi spontaneo, senza forzature, per via della maggiore fiducia reciproca e di una più forte coesione sociale. Per questo è più semplice da attuare in società con un forte senso di comunità, come quelle africane. Spesso si parte da gruppi già esistenti, poiché notevole influenza sulla coesione del gruppo è esercitata anche dal suo periodo di vita e dalla graduale costruzione della sua indipendenza, nonché dalla condivisione di interessi oltre le attività di credito/risparmio e i contatti frequenti.

I vantaggi del prestito collettivo si misurano anche a livello di informazione, poiché attraverso il gruppo è più facile far circolare le informazioni e promuovere i servizi finanziari disponibili. Il gruppo inoltre rappresenta un sostegno in fase decisionale e progettuale, dà un notevole impulso alla motivazione e alla disciplina, facilita il controllo rispetto agli impegni presi.

Se è vero, però, che la pressione pubblica è efficace nell’indurre al pagamento, per un altro verso può causare rivalità, risentimenti nei confronti di chi non riesce a rimborsare il prestito, che porta alla disgregazione sociale del gruppo. È necessario pertanto non inasprire troppo le sanzioni sociali e irrigidire oltre misura la disciplina, al fine di non generare fenomeni sociali negativi all’interno del gruppo.

Nella maggior parte dei casi i gruppi sono composti da persone con una situazione economica molto simile, in modo che non ci siano squilibri tali da indurre qualcuno a smettere di pagare perché un membro in migliori condizioni potrebbe intervenire al suo posto.

Sono previsti degli incontri periodici per la formazione, la concessione del credito, la restituzione del prestito, la discussione di eventuali problemi emersi. In genere, gli incontri avvengono in uno spazio comune, sotto gli occhi di tutti, in modo che fin dall’inizio le difficoltà di pagamento diventino di pubblico dominio, così come le opportune soluzioni.

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Edurete.org Roberto Trinchero