5.b. Relazioni sociali
Relazioni sociali
Le relazioni sociali tra bambini sono caratterizzate da mutuo interesse in assenza di interazione, situazione conosciuta come "gioco parallelo". Le relazioni tra bambini della stessa età e appartenenti approssimativamente alla stessa classe sociale (il cosiddetto "gruppo dei pari") si instaurano prima della scuola ed evolvono dando luogo a sistemi sociali sempre più complessi, in grado di influenzare valori e comportamenti. L'ingresso nel mondo sociale adulto è facilitato dall'esperienza di appartenenza a un gruppo organizzato di coetanei, in cui sono presenti un leader e dei membri con un ruolo più o meno incisivo, che permette il riconoscimento della necessità di attuare comportamenti collaborativi. L'adesione alle regole del gruppo di appartenenza raggiunge l'apice verso i 12 anni e non scompare mai, anche se è meno evidente tra gli adulti.
La composizione del gruppo cambia con l'età. I gruppi di preadolescenti tendono a essere costituiti da individui dello stesso sesso e provenienti dallo stesso quartiere. Le relazioni sociali tra ragazzi più grandi, invece, sono maggiormente basate su interessi e valori comuni. La socializzazione è il processo con cui i bambini imparano la differenza tra comportamenti accettabili e non: ci si aspetta, ad esempio, che i bambini comprendano che l'aggressione fisica, così come il furto e l'inganno, sono comportamenti da biasimare, al contrario della cooperazione e dell'onestà. Alcuni studiosi affermano che la socializzazione si raggiunge attraverso l'imitazione o tramite un processo educativo che implichi lodi e punizioni. I teorici contemporanei, comunque, mettono in luce il ruolo fondamentale dei processi cognitivi, quali la percezione, il pensiero e la conoscenza: una socialità matura, infatti, implica che una persona, consciamente e inconsciamente, riesca a capire le regole del comportamento sociale che governano le varie situazioni.
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