Psicologia dello sviluppo di Roberta Solimeo

2.d.i. Teorie cognitive, Piaget

Le teorie cognitive

La teoria di Piaget [I] [F1] [F2] [E] [ES]

Piaget (1896-1980) è stato il più importante studioso dello sviluppo dell'intelligenza. Ha fondato l'epistemologia genetica, l'area di ricerca che riguarda la storia dei cambiamenti evolutivi nel processo di conoscenza e nella natura stessa della conoscenza. Secondo Piaget una persona "costruisce" la sua conoscenza in quanto prende parte attiva al processo del conoscere e contribuisce anche alla forma che la conoscenza prende. Seleziona e interpreta le informazioni del suo ambiente, non le assorbe passivamente.

La metodologia impiegata da Piaget ha visto l'uso di:

· metodo clinico (interazione verbale a catena fra ricercatore e bambino);

· manipolazioni di oggetti (spesso accompagnano le interviste);

· osservazione naturalistica (anche osservazione partecipante).

Un concetto fondamentale della teoria è quello di Organizzazione cognitiva, ossia il pensiero è costituito da sistemi le cui parti sono integrate in modo da formare un tutto. Per struttura cognitiva si intende un principio organizzativo astratto che sottostà al pensiero e lo controlla. Non è osservabile direttamente, ma inferita dai vari comportamenti. La teoria Piagetiana è una teoria stadiale. Gli stadi hanno queste caratteristiche:

  1. sono una totalità strutturata in stato di equilibrio;


  2. ognuno deriva dallo stadio precedente, lo incorpora e lo trasforma;


  3. seguono una sequenza invariante;


  4. sono universali;


  5. ognuno include una preparazione ad essere e un essere vero e proprio.


Nel corso dello sviluppo ogni individuo passa attraverso i seguenti stadi:

  1. sensomotorio (dalla nascita a 2 anni circa): i bambini pensano solo attraverso i sensi e il movimento (pensiero del qui e ora). L'organizzazione interna consiste di schemi di azioni pratici, non esiste attività mentale di pensiero o riflessione (sei sottostadi).


  2. preoperatorio (da 2 a 7 anni circa): i bambini cominciano a pensare simbolicamente, ossia si avvalgono di processi mentali, indipendenti dall'esperienza immediata, per pensare e comprendere gli oggetti. Si formano così le rappresentazioni, ossia qualcosa che sta per qualcos'altro, che implicano il mondo rappresentato e il mondo rappresentante. Le rappresentazioni mentali sono quindi codifiche simboliche selettive dell'ambiente esterno.

    I bambini diventano capaci anche di imitare, l'imitazione va distinta in:


    • imitazione immediata di nuovi modelli complessi;


    • imitazione differita;


    • imitazione di oggetti materiali di cui ha una rappresentazione.


    Gli schemi di questo stadio sono azioni interiorizzate. I bambini sono caratterizzati da:


    • Finalismo: ordine prestabilito con l'essere umano al centro

      • Tutti i fenomeni hanno uno scopo e la loro ragion d'essere sta nel fine cui essi assolvono per la felicità degli uomini.


    • Animismo: le cose sono viventi e dotate di intenzionalità

      • Inizialmente la vita è attribuita a qualsiasi cosa dotata di attività, poi solo agli oggetti mobili e infine solo agli oggetti dotati di moto proprio. Oltre la vita, viene attribuita anche intenzionalità.


    • Artificialismo: le cose sono state costruite dall'uomo o da un'attività divina

      • Tutto l'universo è frutto della costruzione umana (i laghi sono stati scavati, le montagne costruite).



  3. Delle operazioni concrete (da 7 a 11 anni circa): i bambini iniziano a pensare logicamente in modo coerente, ma sempre in merito alla realtà concreta, non a situazioni astratte. le azioni interiorizzate si coordinano e si raggruppano per dar luogo a delle strutture di insieme: le operazioni intellettuali. Il bambino si impadronisce di nozioni causali e quantitative, però deve avere sempre l'opportunità di osservare gli oggetti e mettere in atto degli esperimenti per se stesso.


  4. Delle operazioni formali (dagli 11 anni circa): i ragazzi e gli adulti sono capaci di pensare per via ipotetica e astratta, pensare sul pensare e fare speculazioni sul reale. Non è più necessaria la presenza di stimoli concreti, né lo svolgimento di attività concrete. Si ragiona esclusivamente a livello di proposizioni in quanto gli oggetti vengono costruiti mentalmente e le operazioni che una volta dovevano essere espletate sul piano fisico ora sono "introiettate" o "interiorizzate".

Vediamo il concetto di "schema" in Piaget.

Schemi di azione:

  • sono l'unità più elementare della conoscenza e si sviluppano attraverso l'interazione con l'ambiente per mezzo di assimilazione e accomodamento.


    Esempio: una bambina di 6 mesi sceglie di agitare un oggetto invece che di portarlo alla bocca perché lo ha assimilato allo schema dell'agitare, ossia l'ha "riconosciuto" come oggetto da agitare.

  • Lo schema d'azione non si identifica con l'azione stessa: è una struttura interna, una specie di programma motorio rispetto al quale le azioni effettive sono delle manifestazioni esterne.


  • Gli schemi di azione attraverso un processo di interiorizzazione diventano schemi mentali. Gli schemi mentali si organizzano in unità più ampie, ossia in strutture mentali.


    A 6-8 anni i bambini sviluppano, ad esempio, lo schema della conservazione dei liquidi, ossia la comprensione che la quantità di un liquido non muta anche se un contenitore differente (un bicchiere più alto o basso) altera l'aspetto del liquido.


Secondo Piaget la ricerca della conoscenza avviene attraverso due processi innati correlati:


  • l'organizzazione: le persone stabiliscono nessi tra un'idea e l'altra, integrandole in modo sistematico;


  • l'adattamento che si manifesta tramite:

    • assimilazione: ci si adegua alla realtà rimanendo all'interno dell'organizzazione cognitiva a disposizione; 

    • accomodamento: si modifica l'organizzazione cognitiva per rispondere alle esigenze poste dalla realtà.

  Quando assimilazione e accomodamento sono coordinati in modo bilanciato, si è raggiunto l'equilibrio e si parla pertanto di equilibrazione.

Piaget ha parlato di invarianti funzionali alla base dello sviluppo. Rivediamo due concetti appena introdotti dal punto di vista dell'invarianza funzionale.

  • L'adattamento (assimilazione e accomodamento in equilibrio) è un invariante funzionale, in quanto modalità di funzionamento generale che governa tutte le azioni, dai primi scambi fino all'intelligenza astratta.


  • L'organizzazione è un altro invariante funzionale in quanto in qualunque momento dello sviluppo, l'organismo tende a darsi un'organizzazione, ossia a costruire delle strutture che in quanto totalità presentano leggi e proprietà peculiari.

    Aspetti problematici della teoria di Piaget

    Vediamo di seguito alcuni punti della teoria piagetiana che sono stati oggetto di dibattito e critica da parte di molti altri studiosi dello sviluppo, a cui si accennerà in più momenti del corso.

    1. Convinzione che lo sviluppo consista in una serie di salti qualitativi nella rappresentazione e interpretazione della realtà.

    2. Convinzione che tutte le tappe principali siano legate tra loro e che gli eventi critici delle varie sfere di attività si collochino approssimativamente nello stesso periodo di tempo.

    3. Non ha studiato l'intera sfera dell'intelligenza e della conoscenza, ma principalmente quella logico-matematica.

    4. Convinzione che i modi di conoscere più sofisticati del bambino più grande eliminino le sue forme precedenti di conoscenza.

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