2.d.i. Teorie cognitive, Piaget
Le teorie
cognitive
Piaget
(1896-1980) è stato il più importante studioso dello
sviluppo dell'intelligenza. Ha fondato l'epistemologia genetica,
l'area di ricerca che riguarda la storia dei cambiamenti evolutivi
nel processo di conoscenza e nella natura stessa della conoscenza.
Secondo Piaget una persona "costruisce" la sua conoscenza
in quanto prende parte attiva al processo del conoscere e
contribuisce anche alla forma che la conoscenza prende. Seleziona e
interpreta le informazioni del suo ambiente, non le assorbe
passivamente.
La
metodologia impiegata da Piaget ha visto l'uso di:
·
metodo clinico (interazione verbale
a catena fra ricercatore e bambino);
·
manipolazioni di oggetti (spesso
accompagnano le interviste);
·
osservazione naturalistica (anche
osservazione partecipante).
Un
concetto fondamentale della teoria è quello di Organizzazione
cognitiva, ossia il pensiero è costituito da sistemi le cui
parti sono integrate in modo da formare un tutto. Per struttura
cognitiva si intende un principio organizzativo astratto che sottostà
al pensiero e lo controlla. Non è osservabile direttamente, ma
inferita dai vari comportamenti. La teoria Piagetiana è una
teoria stadiale. Gli stadi hanno queste caratteristiche:
-
sono una totalità strutturata in stato di equilibrio;
-
ognuno deriva dallo stadio precedente, lo incorpora e lo trasforma;
-
seguono una sequenza invariante;
-
sono universali;
-
ognuno include una preparazione ad essere e un essere vero e proprio.
Nel
corso dello sviluppo ogni individuo passa attraverso i seguenti
stadi:
-
sensomotorio (dalla nascita a 2
anni circa): i bambini pensano solo attraverso i sensi e il movimento
(pensiero del qui e ora). L'organizzazione interna consiste di schemi
di azioni pratici, non esiste attività mentale di pensiero o
riflessione (sei sottostadi).
-
preoperatorio (da 2 a 7 anni
circa): i bambini cominciano a pensare simbolicamente, ossia si
avvalgono di processi mentali, indipendenti dall'esperienza
immediata, per pensare e comprendere gli oggetti. Si formano così
le rappresentazioni, ossia qualcosa che sta per qualcos'altro, che
implicano il mondo rappresentato e il mondo rappresentante. Le
rappresentazioni mentali sono quindi codifiche simboliche selettive
dell'ambiente esterno.
I bambini diventano capaci anche di imitare, l'imitazione va distinta in:
Gli
schemi di questo stadio sono azioni interiorizzate. I bambini sono
caratterizzati da:
-
Finalismo:
ordine prestabilito con l'essere umano al centro
-
Animismo:
le cose sono viventi e dotate di intenzionalità
-
Inizialmente la vita è attribuita a qualsiasi cosa dotata di
attività, poi solo agli oggetti mobili e infine solo agli
oggetti dotati di moto proprio. Oltre la vita, viene attribuita anche
intenzionalità.
-
Artificialismo:
le cose sono state costruite dall'uomo o da un'attività divina
-
Delle operazioni concrete (da 7 a 11 anni circa): i bambini iniziano
a pensare logicamente in modo coerente, ma sempre in merito alla
realtà concreta, non a situazioni astratte. le azioni
interiorizzate si coordinano e si raggruppano per dar luogo a delle
strutture di insieme: le operazioni intellettuali. Il bambino si
impadronisce di nozioni causali e quantitative, però deve
avere sempre l'opportunità di osservare gli oggetti e mettere
in atto degli esperimenti per se stesso.
-
Delle operazioni formali (dagli 11 anni circa): i ragazzi e gli
adulti sono capaci di pensare per via ipotetica e astratta, pensare
sul pensare e fare speculazioni sul reale. Non è più
necessaria la presenza di stimoli concreti, né lo svolgimento
di attività concrete. Si ragiona esclusivamente a livello di
proposizioni in quanto gli oggetti vengono costruiti mentalmente e le
operazioni che una volta dovevano essere espletate sul piano fisico
ora sono "introiettate" o "interiorizzate".
Vediamo
il concetto di "schema" in Piaget.
Schemi
di azione:
-
sono l'unità più elementare della conoscenza e si
sviluppano attraverso l'interazione con l'ambiente per mezzo di
assimilazione e accomodamento.
Esempio: una bambina di 6 mesi sceglie di agitare un oggetto invece che di
portarlo alla bocca perché lo ha assimilato allo schema
dell'agitare, ossia l'ha "riconosciuto" come oggetto da
agitare.
-
Lo schema d'azione non si identifica con l'azione stessa: è
una struttura interna, una specie di programma motorio rispetto al
quale le azioni effettive sono delle manifestazioni esterne.
-
Gli schemi di azione attraverso un processo di interiorizzazione
diventano schemi mentali. Gli schemi mentali si organizzano in unità
più ampie, ossia in strutture mentali.
A 6-8 anni i bambini sviluppano, ad esempio, lo schema della
conservazione dei liquidi, ossia la comprensione che la quantità
di un liquido non muta anche se un contenitore differente (un
bicchiere più alto o basso) altera l'aspetto del liquido.
Secondo
Piaget la ricerca della conoscenza avviene attraverso due processi
innati correlati:
-
l'organizzazione: le persone stabiliscono nessi tra un'idea e
l'altra, integrandole in modo sistematico;
-
l'adattamento che si manifesta tramite:
-
assimilazione: ci si adegua alla realtà rimanendo all'interno
dell'organizzazione cognitiva a disposizione;
-
accomodamento: si modifica l'organizzazione cognitiva per rispondere
alle esigenze poste dalla realtà.
Quando assimilazione e accomodamento sono coordinati in modo bilanciato, si è
raggiunto l'equilibrio e si parla pertanto di equilibrazione.
Piaget
ha parlato di invarianti funzionali alla base dello sviluppo.
Rivediamo due concetti appena introdotti dal punto di vista
dell'invarianza funzionale.
-
L'adattamento (assimilazione e
accomodamento in equilibrio) è un invariante funzionale, in
quanto modalità di funzionamento generale che governa tutte le
azioni, dai primi scambi fino all'intelligenza astratta.
-
L'organizzazione è un altro
invariante funzionale in quanto in qualunque momento dello sviluppo,
l'organismo tende a darsi un'organizzazione, ossia a costruire delle
strutture che in quanto totalità presentano leggi e proprietà
peculiari.
Aspetti
problematici della teoria di Piaget
Vediamo
di seguito alcuni punti della teoria piagetiana che sono stati
oggetto di dibattito e critica da parte di molti altri studiosi dello
sviluppo, a cui si accennerà in più momenti del corso.
-
Convinzione che lo sviluppo consista in una serie di salti
qualitativi nella rappresentazione e interpretazione della realtà.
-
Convinzione che tutte le tappe principali siano legate tra loro e che
gli eventi critici delle varie sfere di attività si collochino
approssimativamente nello stesso periodo di tempo.
-
Non ha studiato l'intera sfera dell'intelligenza e della conoscenza,
ma principalmente quella logico-matematica. -
Convinzione che i modi di conoscere più sofisticati del
bambino più grande eliminino le sue forme precedenti di
conoscenza.
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