Psicologia dello sviluppo di Roberta Solimeo

2.a.vi. Margaret Mahler

Mahler Margareth [E]



Margareth Mahler(1897,1985)studia il bambino nella sua interazione con la madre e osserva i progressi della sua individuazione. Sulla strada di questa autonomia Mahler è cosi portata a descrivere le fasi:


-fase simbolica, durante la quale il bambino è in situazione di dipendenza assoluta nei confronti di sua madre: si tratta di una fusione psicosomatica che dà al bambino l’illusione dell’onnipotenza. Questa fase, secondo Mahler si divide in un primo periodo di alcune settimane di “autismo primario fisiologico” (corrispondente allo stadio narcisistico primario di Freud) e in un secondo periodo “simbiotico propriamente detto” (dai 3 ai 10 mesi) durante il quale il bambino inizia poco a poco a percepire l’origine esterna delle fonti di gratificazione.


-processo di separazione-individuazione, che inizia dagli 8-10 mesi e prosegue fino ai 2-3 anni. E’ all’inizio caratterizzato da un primo spostamento parziale dell’investimento lipidico tra i 10 e i 18 mesi, in un’epoca in cui i progressi della motricità (dovuti al processo di maturazione) portano il bambino ad una estensione al di fuori della sfera simbiotica.

M. Mahler utilizza anche il termine di “schiusa”. Con un secondo spostamento d’investimenti ancora più massiccio, il bambino ritira una gran parte dei suoi investimenti dalla sfera simbiotica per accentrarli sugli “apparati autonomi del sé e delle funzioni dell’Io: motricità, percezione, apprendimento”. Tuttavia una lunga tappa transitoria, caratterizzata dal suo aspetto fluttuante ed incerto, separa l’accesso alla nozione di permanenza dell’oggetto in senso piagetiano (nozione acquisita in gran parte, secondo M. Mahler, attraverso l’investimento degli apparati autonomi del sé e delle funzioni dell’Io), dall’accesso alla nozione di permanenza dell’oggetto lipidico.

La permanenza dell’oggetto lipidico significa che l’immagine materna è intrapsichicamente disponibile per il bambino, dandogli sostegno e confronto, cioè è acquisita una buona immagine d’oggetto interno stabile e sicuro. Questa diversità tra la nozione di permanenza dell’oggetto in senso Piagetiano (acquista verso gli 8-10 mesi ) e i rischi della permanenza dell’oggetto lipidico (che non è acquisita prima dei 2 anni e mezzo) spiega le numerose dilazioni nel processo di individuazione che è caratterizzato in particolare da periodi transitori di riavvicinamento allorché il bambino dubita di perdere il suo oggetto lipidico interno. Questo si osserva soprattutto quando il bambino sviluppa un’ambivalenza particolarmente marcata nei confronti del suo oggetto lipidico e spiega le numerose regressioni osservate durante il processo d’individuazione.

E’ proprio partendo da questa teoria genetica incentrata sui processi di individuazione che M. Mahler ne descrive gli scacchi o gli insuccessi giungendo alle ipotesi patogenetiche sulle psicosi precoci: psicosi autistica, psicosi simbiotica.

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