2.a. Teorie psicoanalitiche
Teorie
psicoanalitiche
Caratterizzano
lo sviluppo essenzialmente in termini di pulsioni e motivazioni
intrinseche, per lo più inconsce, che influenzano ogni aspetto
del pensiero e del comportamento di un individuo. Tali pulsioni e
motivazioni rappresentano il fondamento di stadi di sviluppo
universali e di scopi particolari nell'ambito di ogni stadio.
L'approccio
psicoanalitico ha costituito la prima interpretazione esauriente del
comportamento umano dal punto di vista psicologico. Il padre di
questo approccio è stato Sigmund Freud (1856-1939), un medico
che giunse a elaborare la sua teoria in seguito al trattamento di
pazienti che presentavano vari disturbi fisici. Lo studioso, andando
alla ricerca delle cause di tali disturbi nella mente dei pazienti,
delineò un quadro delle forze distruttive e irrazionali della
persona normale che provocò un forte sconvolgimento nel
pensiero contemporaneo. Esso però ha dato origine a una scuola
di pensiero che diventerà tra le più influenti nel
campo della psicologia. Dalle rivelazioni dei pazienti, sdraiati sul
divano del suo studio e invitati a raccontare tutto ciò che
veniva loro in mente, come lapsus verbali e associazioni inconsuete,
Freud ricavava indizi per penetrare nei conflitti emotivi,
generalmente inconsci, che potevano portare al terrore o alla
paralisi una persona. Quando i pazienti arrivavano a comprendere la
natura di tali conflitti nascosti, i sintomi risultavano sparire o
ridursi notevolmente. Vediamo più da vicino, sia pur
sommariamente, la teoria freudiana.
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