LA PSICOLINGUISTICA DELLE
MODIFICAZIONI GENITALI FEMMINILI (Ragazzone Elisabetta)
La lingua è strumento
fondamentale nella vita di una comunità, per cui è impossibile pensare agli
interscambi quotidiani a prescindere da essa. In particolare nella vita adulta
attraverso la lingua si compiranno tutti gli aspetti della vita sociale:
cerimonie, preghiere, giuramenti e, sotto forma di tradizione orale, verranno
narrati i fatti passati e si conserverà la memoria di una comunità.
Nelle società tradizionali
africane, i depositari della saggezza erano gli anziani, che avevano il compito
di trasmettere i contenuti etici più importanti attraverso la tradizione orale.
Anche l'insegnamento ai giovani nella vita di villaggio veniva trasmesso
attraverso la parola e l'espressione colloquiale si è così arricchita di
sottintesi, giochi di parole, doppi sensi; il contenuto risulta polivalente e la
lingua si può definire eufonica. In particolare per quel che riguarda il
longifinismo (mutilazione genitale femminile del IV tipo, secondo il WHO, 1996),
rito con cui veniva preparato il corpo dell'adolescente al matrimonio,
tradizionalmente era la ssenga cui veniva affidata l'educazione e
l'istruzione sessuale della nipote fino al matrimonio. La ssenga
assolveva il suo compito soprattutto attraverso la parola e la dimostrazione
pratica.
Il vocabolario usato per
indicare tutte le espressioni inerenti gli interventi modificatori dei genitali
in senso stretto o i termini anatomici o i costumi/comportamenti attinenti a
questi fatti sono estremamente limitati, quando non sono completamente assenti,
per le popolazioni a tradizione escissoria; invece, in genere i popoli
"estensori" hanno a disposizione un vocabolario importante, ricco di strutture
linguistiche differenziate e molteplici per discutere di argomenti sessuali.