Una strategia valida [it]
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[fr] in un dato
momento può non esserlo più, se posta in essere troppo
in anticipo o in ritardo.
Nel momento in cui dilatiamo il
nostro orizzonte temporale di riferimento, perdono infatti di attendibilità le
varie ipotesi poste a base della valutazione stessa, e la stesura di un business
plan diviene soltanto un semplice esercizio.
Se stiamo ipotizzando il piano
di fattibilità di una nuova iniziativa, predisporremo un’analisi che copra
l’intero periodo di realizzazione degli investimenti necessari e che arrivi a
esplicitare i nostri obiettivi di regime. È forse la tipologia di pianificazione
più spinta nel medio termine, in quanto arriva a formulare ipotesi anche a
sei-sette anni da oggi.
Se stiamo predisponendo un
business plan allo scopo di richiedere un affidamento bancario, è sicuramente
preferibile privilegiare l’attendibilità dei dati prospettici forniti rispetto
all’ampiezza dell’orizzonte temporale di riferimento. Gli istituti di credito
tendono a considerare, ai fini dell’analisi istruttoria, i dati prospettici
forniti fino a un massimo di due-tre anni. Elaborazioni prospettiche di durata
superiore potranno avere un effetto addirittura negativo, perché determineranno
nel valutatore la sensazione di uno scarso collegamento con la realtà, per sua
stessa natura mutevole, del mercato.[it]
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Occorre comunque tenere presente
che, prescindere dall’arco temporale di riferimento, il presupposto fondamentale
di una buona pianificazione è il suo aggiornamento continuo. Continuo ovviamente
non significa quotidiano, ma perlomeno annuale.
Non possiamo
pensare che le linee guida del business plan, una volta tracciate, siano un
elemento immodificabile e statico. Ricordiamo che il business plan è uno
strumento dinamico a supporto dell’impresa e del gruppo imprenditoriale e che
quindi, se vuole essere legato alla realtà, risente dei continui mutamenti che
caratterizzano la gestione o la messa a unto di un’iniziativa.