I metodi di lotta alternativi: la lotta biologica
La lotta biologica [E1] [E2] [E3] [F1] [SP1] consiste nella conservazione e nell’uso degli antagonisti esistenti nell’ambiente naturale, con la finalità di controllare la densità delle popolazioni fitofaghe e fitoparassite e mantenerle entro limiti considerati al di sotto delle soglie economiche di danno. Il settore in cui la lotta biologica ha maggiori risvolti pratici è quello entomologico. Occorre precisare che tra tutti i potenziali parassiti dei vegetali, in particolare gli Artropodi (insetti e acari), solo il 2-3% é in grado di determinare seri danni alle coltivazioni, sia perché spesso sono presenti in basse densità al disotto delle soglie di danno, sia per la presenza di molti rapporti di antagonismo naturale già esistenti nell’ambiente.
Lo studio di questo antagonismo, da proporre quale alternativa, ove e quando possibile, al mezzo chimico, sta alla base della lotta biologica. La lotta biologica contro insetti ed acari fitofagi può essere effettuata utilizzando (o potenziando quelli presenti in natura) i seguenti agenti di controllo:
entomofagi: uccelli, artropodi predatori e/o parassitoidi
agenti patogeni: virus, batteri, nematodi, funghi, protozoi (lotta microbiologica)
LIMITI DELLA LOTTA BIOLOGICA
Pur essendo un mezzo di grande interesse e potenzialità per il controllo delle avversità, la lotta biologica presenta degli innegabili limiti:
non è un mezzo in grado di controllare ogni organismo dannoso;
non garantisce che l’agente rimanga sempre al di sotto delle soglie di danno ed é soggetta agli equilibri dinamici delle popolazioni e delle variabili ambientali;
il successo in genere è più duraturo nel tempo, ma non è immediato;
esplica la sua azione con successo negli ambiti circoscritti (in coltura protetta o con interventi di dimensioni comprensoriali).
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